Regia di Michel Blanc vedi scheda film
Pensare alla vita e straziarsi o zigzagare tra le sue sinuose linee ascendenti e discendenti e apprezzarne la piacevolezza? Questo è il problema di alcuni dei personaggi del quarto film diretto dall’attore Michel Blanc e tratto dal romanzo “Summer Things” di Joseph Connoly. Una varia umanità (collezionisti di fallimenti, in rosso finanziario perenne, ragazzi in pieno monsone ormonale, impiegati ladri, mariti ossessivi, seduttori da hotel, bebè strepitanti, trans, mogli piangenti, madri single con esagerate aspettative romantiche, mogli incalzate da mariti gelosi) e le smanie di una settimana di villeggiatura (oggi, a quel vecchio termine si preferisce relax, riposo, “stacco”). Equivoci da pochade, adulteri, avventure e catena seriale di disillusioni. Tutto sembra, emotivamente, cambiare per rimanere, più o meno, quello che era prima che le “cose” dell’estate - come l'abbronzatura - sbiadiscano. Molti dei ruoli sono distribuiti abbastanza bene e questo è essenziale in un film appoggiato soprattutto sugli attori e sui dialoghi veloci e in tre o quattro scene divertenti. La mano del regista non si percepisce e non è detto che sia un'opzione preordinata.
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