Regia di Sergej Paradzanov vedi scheda film
Sergej Paradzanov è un regista da riscoprire: almeno due suoi film, questo "Ombre degli avi dimenticati" e il criptico "Il colore del melograno" possiedono notevoli qualità cinematografiche". Questo film è tratto da un romanzo di uno scrittore ucraino chiamato Kockubinsky che francamente non conosco, e narra una storia di un amore contrastato che finisce in tragedia, ambientata in una regione dei monti Carpazi abitata dal popolo degli Hutsuli. Più che per la trama, il film si raccomanda per uno stile registico febbrile e visionario, estenuato nel suo barocchismo, che riesce a conferire una notevole forza espressiva alle immagini. Paradzanov è attentissimo ai valori cromatici e pittorici della fotografia a colori, ai movimenti di macchina frenetici ed avvolgenti, ad una profondità di campo sicuramente memore della lezione wellesiana con un uso della prospettiva che accentua il plasticismo delle immagini. C'è una lunga ripresa di una processione effettuata attraverso le foglie degli alberi che è un ottimo esempio di questo virtuosismo stilistico; il rischio potrebbe essere quello di privilegiare esclusivamente la visione a danno dei contenuti, ma mi sembra che il regista lo abbia quasi sempre evitato producendo un melodramma straziante che anticipa di alcuni anni il bellissimo film georgiano "L'albero dei desideri" di Tenghiz Abuladze. Forse può essere preferito al surrealismo onirico e all'ermetismo di "Sayat Nova", ma personalmente credo che siano come due facce di una stessa medaglia che testimoniano entrambe di un grande talento purtroppo a lungo perseguitato dalla censura e ingiustamente incarcerato per anni. Importante il contributo della colonna sonora e gli attori hanno le facce giuste.
Voto 9/10
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