Regia di Evan Johnson, Galen Johnson, Guy Maddin vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 77 - FUORI CONCORSO
Un importante quanto urgente G7, viene organizzato in una amena località verdeggiante di una sperduta isoletta lacustre.
Gli argomenti che vedono riunite le principali sette potenze internazionali, ovvero Usa, Germania, Francia, Regno Unito, Giappone, Italia e Canada, non sono noti né esplicitati, ma emerge che la riunione è stata organizzata di fretta e richiede decisioni tempestive.
Peccato che i sette perdano tempo tra sotterfugi amorosi che creano imbarazzi (tra la premier britannica) e crisi esistenziali (quello canadese, bello ma fragile), cotte fuori controllo (l'algida premier tedesca), vaneggiamenti senili con sonnellini a sorpresa (il presidente americano), insicurezza latente (l'imperatore nipponico) e rivelazioni imbarazzanti (il presidente italiano che confessa di essersi travestito da duce ad un festino).
E il presidente dell'Eliseo che non perde occasione per auto promuovere un suo libro e apparire come il primo della classe. Presto si accorgeranno, loro malgrado, che il mondo circostante li ha abbandonati verso un misterioso oblio, in un territorio che pare un paradiso ma nasconde misteriose presenze di esseri mummificati che paiono risvegliarsi e aver voglia di aggredire carne fresca.
L'estroso e talentuoso regista canadese Guy Maddin, coadiuvato da Evan e Galen Johnson, dirige una gustosa satira sul mondo della politica ai massimi vertici mondiali, che inizia moto bene con piglio arguto e brillante, quasi come se il recente Polanski intendesse girare una sorta di Todo Modo di Petri, ma con ambizioni ampiamente internazionali e con il sopraggiungere di coloratissime venature horror che rendano tutto più incalzante.
Se la cosa funziona soprattutto dal punto di vista formale, aspetto in cui Maddin davvero primeggia in ogni occasione ed avventura cinefila, più che cinematografica, con i suoi vezzi e le sue ditte citazioni da profondo conoscitore della materia, poi la satira si trasforma in qualcosa di sin troppo programmatico e fine a se stesso, scadendo nel racconto puerile ed un po' ripetitivo per soddisfare come avevano fatto promettere i primi concitati minuti della storia.
Con Maddin, stupefacente sempre dal punto di vista tecnico-formale, spesso succede che la storia non appaia giustificata da cotanto sforzo tecnico e dal notevole gusto cinefilo di ricerca e sperimentazione che l'estroso autore porta avanti, da qualche tempo assieme ai due Johnson.
Brave le star dell'importante cast che popola questa bizzarra e santifica storia: la splendida Cate Blanchett, Denis Menochet, il nostro Rolando Ravello, il tronfio e molto "bideniano" Charles Dance, Alicia Vikander, Nikki Amula-Bird, e l'affascinante interprete canadese Roy Dupuis, per citare i più eccentrici e fondamentali.
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