Regia di Brett Ratner vedi scheda film
Remake di Frammenti di un omicidio di Mann Prequel di Il silenzio degli innocenti, questo Red Dragon si pone come un ottimo thriller dagli aspetti horror, con un cast di grande rilievo formato dal trio Norton, Fiennes e Hopkins
Rivisto dopo moltissimi anni, Red Dragon mi ha saputo ancora una volta sorprendere ed a mettermi suggestione per tutto l'arco della pellicola, lungometraggio che riprende il personaggio di Hannibal Leter "Antony Hopkins" in un ruolo marginale e di secondo piano, mettendo invece in mostra il personaggio del bravissimo Edward Norton in un periodo che lo vedeva la vertice della carriera, con prestazioni del calibro di American History X e Fight Club, non da meno la prova di un muscolare Ralph Fiennes in un ruolo che gli calza a pennello, con un personaggio in un limbo tra follia pura e costrizione psicologica.
Devo dire che non posso fare confronti tra il più rinomato Il Silenzio degli innocenti visto che ancora manca nella mia innumerevole lista di capolavori del cinema e questo prequel nonchè remake del film di Mann "Frammenti di un omicidio" e appunto Red Dragon, dove il protagonista del primo film citato in un prologo alquanto teso viene ingabbiato e reso prigioniero dal nuovo interprete principale, il giovane poliziotto con dei sani principi ma che di fronte alla paura sa come procedere, mentre poi abbiamo il cardine della vicenda, sottoforma di un omicida senza alcun scrupolo morale che cerca la trasformazione nel famoso Dragone Rosso proveniente dal libro dell'apocalisse di Giovanni, ed in particola il dipinto ripreso e quello "Il grande drago rosso e la donna vestita col sole" dipinto con lo stile degli acquarelli da William Blake tra il 1805 e il 1810.
Appunto il dipinto è il fattore chiave della follia del soprannominato lupo mannaro, il quale si attacca a questa figura potente visto la sua fragilità emotiva, dovuta ad una infanzia difficile scandita tra violenza e rinnegazioni da parte di una figura familiare in questo caso un nonna del tutto folle che ha trasmesso questo seme al nipote che lo ha poi coltivato nel progredire dell'età sino a quella adulta.
La scena della trasformazione da uomo a dragone rosso è sicuramente quella che colpisce di più per la sua messa in scene nuda e cruda, dove si percepisce dall'espressione impotente di un buon Hoffman la puara più nitida e in quella di Fiennes il potere e la supremazia della follia di fronte alla normalità.
Lo Svolgimento non perde mai di ritmo ed è uno dei fattori che fa di Red Dragon un ottimo film, insieme ad un atmosfera sempre tesa e racchiusa tra il thriller e l'horror, un ottima caratterizzazione dei personaggi e degli ambienti e in primis una performance corale eccellente su tutti quelle di Norton e Fiennes.
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