Regia di Brett Ratner vedi scheda film
Terza apparizione di Anthony Hopkins nei panni di Hannibal Lecter, il serial killer cannibale inventato dallo scrittore Thomas Harris, che divenne famoso nel 1991 con ”Il silenzio degli innocenti“. In realtà, ”Red Dragon“ è il primo dei romanzi della saga, già portato sullo schermo nel 1986 da Michael Mann con il titolo ”Manhunter“. Il film di Mann era un piccolo capolavoro di rilettura e ”scarnificazione“ d’autore, un thriller che giocava tutto sull’identificazione tra assassino e poliziotto (un’ossessione cara a Mann). Ingiusto, credo, fare confronti: il film di Brett Ratner non pretende di uscire da un onesto ambito di genere, segue più minuziosamente il romanzo, anche se regala un po’ più di spazio all’antieroe Hannibal. E comunque il titanico Hopkins (che nella sequenza d’apertura fa un Tito Andronico sornione), se non glielo regalassero, se lo prenderebbe. Scritto molto bene da Ted Tally (lo sceneggiatore del ”Silenzio“), ”Red Dragon“ rimanda direttamente al film di Demme, nelle ambientazioni e nelle dinamiche tra i personaggi, che sempre a Lecter e al suo colto universo rosso sangue riconducono. Su tutti gli interpreti spicca Edward Norton, il poliziotto che, stretto tra i neri maniaci Hopkins e Fiennes, ha la parte meno appariscente e più intima. La paura che proviamo è la sua, gli occhi con cui vediamo e percepiamo, per lo più, sono i suoi, nella consapevolezza di una mostruosità che potrebbe catturarci tutti se non la tenessimo a bada. ”Red Dragon“ non annoia, non abusa di sangue, non pretende. È, appunto, onesto: e per un film oggi non è poco.
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