Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Chissà se nel 1983 Orson Welles riuscì a vedere questo "Rumble fish" di Coppola, che resta uno degli omaggi più appassionati al suo cinema, con un uso vertiginoso della profondità di campo, degli obiettivi grandangolari e di una fotografia in bianco e nero a forti contrasti di matrice espressionista, ma anche con scenografie di Dean Tavoularis che ricordano da vicino il gigantismo di quelle di "Quarto potere" e citazioni di sequenze famose del Maestro come il piano-sequenza iniziale di "L'infernale Quinlan". Difficile proporne una valutazione in termini oggettivi, perché "Rumble fish" ha avuto anche accoglienze critiche estremamente contrastanti, con la critica americana che lo ha sottovalutato clamorosamente fin dalla sua uscita e quella europea che si è mostrata molto più favorevole, compreso un nutrito gruppo di critici nostrani (Kezich, Grazzini, Moravia, Crespi, Vito Zagarrio sul Castoro dedicato al regista ecc.) Io lo trovo un film sperimentale affascinante, sorretto da un'idea di cinema originale che riesce a ripensare il proprio stile in funzione della storia, ma dove effettivamente si avverte qualche sfasatura nella narrazione e nella caratterizzazione dei personaggi. Gli americani lo definiscono "style over substance": secondo me di sostanza ce n'è abbastanza, ma forse si tratta di un manierismo voluto, di un'enfasi magniloquente che a livello di immagini toglie il respiro, ma nei dialoghi e in certe situazioni appare un po' stridente. Faccio qualche esempio: la scenata di Rusty James alla drogata Cassandra mi appare alquanto sopra le righe, un po' monotona la presenza del poliziotto che perseguita Motorcycle boy, un po' troppo sottolineato il simbolismo dei pesci assassini... l'interpretazione di Mickey Rourke va certamente all'attivo del film, ma certe battute da lui pronunciate come "Anche le società più primitive hanno un innato rispetto per gli alienati" rientrano un po' troppo in un gioco intellettuale che il regista stabilisce con lo spettatore. Nel cast da segnalare la buona prestazione di Matt Dillon appena diciottenne in uno dei suoi migliori ruoli, ma anche il citato Rourke e comprimari come Dennis Hopper nella parte del padre alcolizzato e una seducente Diane Lane agli esordi meritano una segnalazione positiva; la fotografia espressionista di Stephen H. Burum e la colonna sonora di Stewart Copeland sono il degno corredo di un film poco considerato nella filmografia di Coppola, ma che merita una rivalutazione anche del grande pubblico, visto che alla sua uscita fu un fiasco.
Voto 8/10
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