Regia di Claude Lelouch vedi scheda film
La vita l’amore la morte il duro attacco di Claude Lelouch alla pena di morte, film da vedere merita.
Operaio in una fabbrica di automobili, sposato e padre di una bambina Francois Toledo(Souad Amidou) soffriva di un problema sessuale che gli impediva di avere regolari rapporti sessuali, questa sua impotenza di origine psicologica lo aveva portato ad uccidere tre prostitute due a Parigi ed una a Nimes, con le quali si era accompagnato, però l’incontro con Caroline(Caroline Cellier)una dolce ragazza, anche lei operaia, ma in una fabbrica di bambole, lo aveva sbloccato e guarito. Con la collaborazione di Julie(Catherine Saimie) collega di una delle tre ragazza strangolate, la polizia ha ricostruito l’identikit dell’assassino e reso noto attraverso la pubblicazione sui giornali, quindi ricevono una telefonata anonima che da un nome al ricercato. Mentre Francois si accompagna con Caroline in un motel, i poliziotti perquisiscono la sua abitazione e trovano la prova della sua presenza a Nimes, il giorno stesso dell’uccisione della terza prostituta, quindi lo arrestano ed ottengono la sua piena confessione. Al processo il suo avvocato invoca l’incapacità di intendere e di volere del suo assistito, ma invano Francois viene condannato alla pena capitale mediante ghigliottina. Voglio citare anche l’ottima prova di Marcel Bozzuffi, nel ruolo del poliziotto, in servitore dello stato dotato di grandi capacità investigative ed umanità ed in una parte marginale la moglie del condannato Nathalie Durrand nel ruolo di Sophie, attonita sgomenta nel sapere che il marito non era la persona che aveva conosciuto ed amato. Claude Lelouch gira un film altamente drammatico, un potente attacco alla pena di morte, aiutato nella buona riuscita del film da una fotografia essenziale di Jean Collomb, che alterna il colore al bn, in modo appropriato alle situazioni ed agli stati d’animo del condannato, la colonna sonora di Francis Lai da un tocco malinconico alla vicenda ed un montaggio serrato di Claude Barrois avvince lo spettatore e cattura l’attenzione per tutto il film in questione. Amidou da un ritratto psicologico perfetto, un uomo non cattivo, ma debole e perso nel suo delirio mentale, colpevole, ma sicuramente pentito delle sue cattive azioni, non è uccidendolo che si educa la società a non sbagliare, questo è un nuovo delitto il quarto commesso dalla società però e si aggiunge agli altri tre. Molti film sono stati girati sull’esecuzione della pena di morte, ne voglio ricordare quattro, che mi hanno colpito, come “La vita l’amore la morte”. Difesa ad oltranza - Last Dance con una straordinaria Sharon Stone, qui nel ruolo più difficile della sua carriera, Dead man walking di Sean Penn, l’ultimo appello con un fantastico Gene Hackman e per ultimo L’ora della verità con una bravissima Connie Nielsen, sono film da vedere, rivedere o da scoprire, per chi non li ha visti, perché ci fanno capire che non è uccidendo che si educano le persone a non commettere il fatto, ma la pena deve essere giusta e dura, ma non vendicativa.
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