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The Light

Regia di Tom Tykwer vedi scheda film

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La recensione su The Light

di EightAndHalf
2 stelle

 Il problema del privilegio. Il guardare (e il guardarsi) dall’alto in basso. Pink-rainbow-whatever-colour-washing, wokism, differenza sociale. È chiaro che il film di Tom Tykwer, già co-regista di Cloud Atlas e scelto come regista d’apertura della Berlinale 2025, voglia parlare al presente assoluto, stringendo i suoi protagonisti dentro i crismi post-moderni di una satira anti-borghese (ma non troppo), dentro sviolinate grottesche (ma non troppo) e ammiccamenti transmediali (ma non troppo). Quindi giù di videogame, di effetti allucinogeni, di riflessioni sul cinismo del marketing, e via così con tutte quelle immagini di finzione che la società europea e occidentale in genere si inventa per distrarsi da ciò che è importante. Moralismo? Nemmeno, forse più pedanteria New Age che potenzialmente salva tutti. 

La famiglia protagonista (madre, padre, figlio, figlia) mettono la spunta a tutte le caratteristiche della famiglia disfunzionale idiosincratica contemporanea, una middle-class che fa fatica a prendere coscienza di quanto danno faccia lei stessa da sola vivendo, inquinando, sfruttando indirettamente. Una nuova governante siriana arriva a svolgere il ruolo di catalizzatore - un capovolgimento di Teorema di Pasolini, quasi a confermare che il film non sia mai davvero anti-borghese - per riconnettere tutti quanti tra loro, fuor di incomunicabilità. Sottoponendoli a uno strano marchingegno stroboscopico, che fa la gioia dei fotosensibili, la governante cercherà di aiutarli a “lasciare andare” (i rimorsi?, i rancori?), anche se forse lei per prima deve lasciare andare qualcosa.

Schiamazzetti musical e girotondi coreografici, che alludono a quella reinterpretazione pop della sincronicità jungiana che ha fatto e fa la fortuna di molte opere audiovisive basate su una coralità convergente di personaggi (dai supereroi al Cloud Atlas di cui sopra), incorniciano un film in realtà linearissimo, capzioso, a tesi, elefante caotico che partorisce una didascalia topolino. Che non si limita ad essere piccola, ma vuole pure far pulire le coscienze a chi non se lo merita. Smentendosi da sola in modo ingenuo e schizofrenico.

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