Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Charles Caste/Jack Palance e’un famoso attore di Hollywood, in crisi dopo una serie di insuccessi commerciali, depresso , anche perché viene lasciato dalla moglie, una splendida Ida Lupino, viene ricattato dal suo produttore un viscido e cinico Rod Steiger, che recita strepitosamente il ruolo, questi lo costringe a firmare un contratto per un film, nel contempo Charles convince la moglie ancora innamorata di lui a non lasciarlo. Il produttore si fa forte, per convincere l’attore a firmare di svelare un omicidio colposo commesso qualche anno prima, quando ubriaco travolse ed uccise un bambino con la sua auto. Di quel fatto si addosso’ la colpa una sua amica attrice che era in macchina con lui , interpretata con la consueta bravura da Shelley Winters, ma il produttore ne è a conoscenza. Drammatico il finale quando il protagonista si suicida nella vasca da bagno. Tratto da una piece teatrale di Clifford Odets, Robert Aldrich costruisce ed assembla un film feroce, con personaggi cinici, arrivisti, fondamentalmente crudeli e marci fino all’osso, incapaci di controllare e gestire i propri impulsi più biechi e subdoli, tutti fanno solo il loro interesse, tendono a distruggere, non a costruire o a mediare. Film tutto filmato in una stanza, dove anche gli arredi sono importanti e funzionali. Dialoghi volgari, violenti, con improvvisi scoppi di follia, rendono il film realistico, con grande forza espressiva girato in bn magistralmente dal fotografo Ernest Laszlo, musiche essenziali di Franck De Vol. Aldrich fa a pezzi il sogno hollywoodiano, che in realtà è un mostro che divora tutto e tutti. La mdp e’ mossa in modo maestoso, con forza, grazie alla padronanza dei ruoli espressi in modo perfetto da un grande cast: Jack Palance 8.5-Ida Lupino 8.5-Wendell Corey recentemente visto ne Il romanzo di Thelma Jordon 8-Jean Hagen 7.5-Rod Steiger 9 una grande interpretazione molto realistica- Shelley Winters 8.5. Il film fu insignito meritatamente del Leone d’oro, al Festival del cinema di Venezia.
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