Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Non è malvagio, ma mi aspettavo di più: il film è ben girato, ha un’impostazione teatrale, offre pure qualche spunto, però non rende come dovrebbe la drammaticità della storia, che era invece palpabile nello sceneggiato con Nino Manfredi (diretto da Luigi Comencini).
D’effetto sono senz’altro le trovate comiche, mentre risulta a tratti pedante la morale finale, anche se in ciò è stato rispettato appieno lo spirito di Collodi.
Le scene maggiormente riuscite sono quelle iniziali e poi la partenza per il paese dei balocchi, il soggiorno e i divertimenti prima della mutazione asinina. Davvero bella la carrozza argentata della fatina (Nicoletta Braschi) trainata da mille topini bianchi.
Efficaci sono i Fichi d’India nella parte del Gatto e della Volpe, che anche recitando su un registro diverso, non fanno rimpiangere Franco & Ciccio.
Si ride ma non si piange, forse è anche colpa del montaggio troppo accelerato, dovuto ad esigenze distributive, che se non fa annoiare, fa perdere di intensità alla sceneggiatura.
Lei si conferma dolce come sempre, ma è più donna che fata, è una mamma, compagna, amica.
Roberto Benigni punta il naso verso l’ America: l’ombra del burattino dell’ultima scena, evoca tanto la piuma dell’ingenuo e libero Forrest, ma basta?
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