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Pinocchio

Regia di Roberto Benigni vedi scheda film

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La recensione su Pinocchio

di scandoniano
8 stelle

Nonostante la pellicola sia stata vituperata da più parti, soprattutto da chi si attendeva un “Pinocchio” differente (più aderente alla figura istrionica di Benigni che al racconto di Collodi), si tratta di un’opera decisamente affascinante, ricca di magia, molto fedele al libro. Non una parodia, ma semplicemente la favola trasposta sul set cinematografico. Un’opera inscenata dalla casa produttrice dei coniugi Benigni, la “Melampo cinematografica”, in maniera maestosa (45 milioni di euro di investimento), con gran criterio e soprattutto molto ossequiosa, nonostante alcune necessarie incongruenze con l’originale letterario, che consente libero sfogo alla fantasia di Donati, Benigni e Cerami (com'è fatto il paese dei balocchi? come è arrivato il tronco da geppetto?...).

Il deus ex machina dell’operazione, Roberto Benigni, ancora sbronzo del successo de "La vita è bella" coglie l’attimo e crea, non a caso a ridosso del trionfo all’Academy, un film spendibile anche sul piano internazionale: una botta di notorietà e credibilità per il cinema italiano, che sta riuscendo a venir fuori dall'anonimato degli ultimi anni per proporsi anche sugli schermi americani, soprattutto grazie ad opere del genere, che sfruttano la credibilità internazionale che il cinema dei Fellini, degli Antonioni, dei Bertolucci, hanno diffuso all’estero.

Indubbiamente il film ha anche non pochi difetti, come la frettolosità palese nel passare da una scena all’altra (si veda l’esempio della definizione approssimativa del paese dei balocchi), necessaria per concentrare nelle due ore scarse di visione un’opera così complessa e piena di sfumature. Indubbiamente altri elementi a sfavore sono la recitazione della Braschi, ma questa non è una novità, che si conferma non sufficientemente poliedrica per fare la fata turchina; anche Giuffrè, nella parte di Geppetto, per quanto bravo, sembra scimmiottare troppo Eduardo De Filippo.

Ma nel complesso un film di buona fattura, poetico e piacevole da vedere.

Su Carlo Giuffrè

scimmiotta forse troppo Eduardo senza trovare una propria identità. ma è bravo.

Su Nicoletta Braschi

forse l'unica nota dolente del film. non è incapace di fare l'attrice. è che non è talmente poliedrica da fare determinati ruoli. troppo rigida e talvolta troppo poco inespressiva per fare la FATA TURCHINA

Su Roberto Benigni

UNICO COME AL SOLITO

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