Regia di Daniel Algrant vedi scheda film
Se si guardano con attenzione le pareti degli interni di questo film si capisce subito il sentimento cinematografico che ha animato il regista Dan Algrant (ha diretto, tra l’altro, alcuni episodi della serie “Sex and the City“) e lo sceneggiatore Jon Robin Baitz. Al muro sono appesi due manifesti non casuali: “Il re dei giardini di Marvin“ e “Perché un assassinio“. Un Rafelson e un Pakula dei primi anni Settanta, stagione della riflessione lucida e pessimista sull’America amara e sul cinema che doveva svelarla e non consolarla. La Manhattan delle ultime ore che feriscono e uccidono è quella dura, politicamente rigida e molto discutibile, del sindaco Giuliani prima che lo sciagurato attentato alle Twin Towers trasformasse il capo della metropoli in una figura carismatica, eroica e da non mettere in discussione. La città nuda e turpe nasconde fumerie d’oppio, arrivismo politico, trame e tresche, clan e bande d’affari, ricatti e prostitute da eliminare. Non si salva nessuno. Il gioco è sporco e durissimo anche per un navigato PR in disarmo, infagottato in un cappotto troppo grande, con troppe ore di sonno arretrato, con troppe pillole ingoiate per paura di guardarsi dentro e allo specchio. Pacino si trascina sotto il peso delle tante sconfitte in una notte e in un giorno da cani bastonati.
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