Regia di Roger Michell vedi scheda film
Un piccolo evento sfortunato non potrebbe distruggere due vite se non fosse per la stupidità delle due persone.
Dal punto di vista del ritmo, della tensione la pellicola è molto buona. L'intreccio è ben architettato, anche se a dire il vero in alcuni punti è sovraccarico di eventi concentrati. In ogni caso, l'effetto suspense è più che riuscito.
Qualche problema l'ho visto con il personaggio dello sfortunato padre. Il personaggio è sì complesso, ma anche incerto nella definizione. Alcolista appena uscito dal tunnel, ha dei modi di reagire agli eventi le cui motivazioni sono molteplici e non sempre chiare: sentimenti come correttezza, onestà, bontà, vendetta, egoismo, rancore si intrecciano dentro di lui, ma la sceneggiatura e la recitazione dell'attore non sempre li chiariscono. Devo dire che in complesso mi è sembrato un personaggio definito in modo un po' confuso.
Ben Affleck è invece abbastanza efficace nell'interpretare un uomo non proprio cattivo, ma opportunista e utilitarista, come si addice agli avvocati che lavorano per certi studi legali. La sua incursione in chiesa, però, rimane un episodio confuso e incompiuto. Dall'altro canto Sidney Pollack, praticamente specializzato nell'interpretare il ruolo del viscido, del malvagio untuoso e sorridente, lo fa con buoni risultati, benché in un ruolo secondario. Freccetta al centro, infine, per il pirata informatico che azzera il conto bancario al poveraccio di turno. Bravo l'attore, e buona l'idea del direttore della fotografia di nascondere il suo volto con un ombra alla sua prima apparizione in scena. Come dire, sorride e fa smancerie, ma quello non è il suo vero volto. La sua faccia malefica la nasconde dietro una maschera.
Quanto al discorso morale che il film fa - cioè la doverosa reazione verso la corruzione di certi ambienti giudiziari - rimane poco incisivo. Visto che esso ha molti punti in comune con "Michael Clayton", si può dire che in questo secondo caso il messaggio è più forte e trasmesso in modo più convincente. Più chiaro invece - in questo "Ipotesi di reato" - l'invito a non farsi la guerra quando si potrebbe risolvere tutto con un pò di buona volontà, tanto più se si hanno gli stessi interessi. I due protagonisti, infatti, si distruggono a vicenda in modo completamente assurdo.
Insomma, si può dire che in generale non basta un regista bravo nell'azione come Michell per girare un buon film con implicazioni morali e personaggi complessi, come pure ci vuole un sceneggiatore all'altezza. Comunque, beninteso, l'intrattenimento è garantito e si rimane anzi inchiodati alla poltrona finché non è finito.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta