Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film
Che delusione, rispetto alla "Ragazza del bagno pubblico" (1970)! Già tradotto malissimo in italiano il titolo originale "Le départ", al film non manca certo freschezza ed originalità, ma si avverte piuttosto l'assenza di una sceneggiatura degna di questo nome. E così la storia di questo giovane parrucchiere appassionato di rally, disposto a tutto pur di procurarsi una Porsche per partecipare a una corsa, che alla fine rinuncerà alla partenza in quanto ha scoperto che c'è qualcosa di più importante nella vita, sembra rimanere sospesa per un bel pezzo in attesa di arrivare al sospirato finale. Nei temi e nello stile Skolimowski si apparenta non soltanto al surrealismo polacco di Polanski, del quale è connazionale, amico e coetaneo (almeno cinematograficamente), ma anche alla nouvelle vague francese e al free cinema inglese ed è certamente una delle personalità più importanti del periodo a cavallo tra gli anni sessanta e settanta. Questo "Il vergine" mi sembra una battuta d'arresto nella sua pur notevole filmografia. Il regista polacco non è aiutato dall'interpretazione di Jean-Pierre Léaud: l'attore feticcio di Truffaut questa volta va troppe volte sopra le righe.
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