Regia di Galder Gaztelu-Urrutia vedi scheda film
Come scrivevo al termine della recensione del primo capitolo, ecco la temuta "serialità" anche per questo bel prodotto spagnolo, fra fantascienza e horror. D'altronde ha il marchio Netflix e non poteva essere altrimenti, anche visto il buon successo del primo episodio. "Il buco 2", che non è il titolo di un film porno ma lo sbagliato titolo italiano (l'originale "The Platform", è decisamente più consono e migliore), rivede alla regia lo stesso manico basco e, ovviamente, ha pure la stessa struttura a livelli verticali, 333 piani in cui tutto quello che c'è da fare è sopravvivere, da soli o in compagnia, cercando di far bastare il cibo per tutti, portato da una piattaforma centrale, livello dopo livello. Nessuno può mangiare più del cibo richiesto, chi sgarra non solo mette in pericolo la vita di chi sta sopra di lui ma anche la propria. Ed è proprio da questa "legge" che nasce l'idea del secondo capitolo, più affollato del primo e con più azione, anche se il clima che si respira rimane claustrofobico. Si prova a dare anche più spessore ai personaggi ma senza particolare costrutto e, alla fin fine, ne nasce un'altra mattanza, una "grande abbuffata" feroce che non risparmia neppure il cannibalismo. Tutto bene per un'ora e un quarto di film, con l'atmosfera del primo episodio ben presente, ma poi, un po' come succedeva al suo gemello, il finale si disfa in una cosa misticheggiante, di cui io ho capito poco, in bilico fra il sogno della protagonista e afflati religiosi. Non era facile uscire in piedi da un ginepraio di corpi e sangue di un film come questo e nepure stavolta lo sceneggiatore c'è riuscito. Leggermente inferiore al primo episodio, ma se vi era piaciuto, questo merita una visione. Non convince fino in fondo, ma, miracolo, non scade nel pattume.
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