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Laissez-passer

Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film

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La recensione su Laissez-passer

di speedy34
6 stelle

"Qual'è la linea di demarcazione fra collaborazione, sopravvivenza e resistenza?" si chiede il regista Bertrand Tavernier ( tra i suoi venti film "Legge 627" mantiene sempre un posto d'onore nei nostri ricordi) raccontando in "Laissez-Passer" la storia di uomini e donne che lavoravano, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, nell'industria cinematografica francese. Erano disposti a lavorare per la Continental Film, una casa di produzione controllata dalla Germania e fondata a Parigi nel 1940? Era un posto dove stare al sicuro o significava collaborare con il nemico?

Seguendo le vere storie di Jean Devaivre (Jacques Gamblin), un aiuto regista che scelse di lavorare alla Continental perchè considerata la migliore copertura possibile al suo impegno nella Resistenza, e dello sceneggiatore Jean Aurenche (Denis Podalydes), che invece fece di tutto per evitare di lavorare con i tedeschi, Tavernier costruisce un affresco storico di el egante e rigorosa messinscena cinematografica mai però coinvolgendoci e appassionandoci.

E non sono sufficienti i 115 personaggi che popolano i lunghi 170 minuti del film (tra tutti il nostro affetto va alla giovane prostituta Olga, "collezionatrice " di borse da viaggio utili per quando deciderà di cambiare vita , ed alla quale l'attrice Marie Gillain presta il suo bel viso e naturale grazia!) per restituirci la tensione drammatica di un'epoca cogliendo invece nel segno laddove l'ironia, l'incoscienza e la leggerezza della vita di tutti i giorni fanno capolino tra le meschine restrizioni alle quali una guerra inevitabilmente costringe.

Se è vero che il cinema serve " a rischiare la vita di chi costruisce le case e fa il pane", Bertrand Tavernier si adegua al "gravoso" compito dirigendo un film necessario e "fiero" che lungi dal dare risposte definitive si interroga sul valore e ruolo dell'artista

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