Regia di Stefano Incerti vedi scheda film
Un dentista (Liotti) che passa i fine settimana a giocare alla guerra con gli amici, esasperando la moglie (Rocca) che spera in una gravidanza e che per ripicca gli sostituisce una pistola finta con una vera. Una coppia borghese che vive ben oltre le proprie possibilità alle prese col presunto rapimento dei due figli: lei (Bruni Tedeschi) riceve lettere anonime da una bibliotecaria (Indovina) che ne è innamorata; lui (Gimignani) pensa soltanto alla carriera e forse tresca con una ragazza. Un professore universitario (Musante) capace di incantare i suoi studenti sui temi dell'esistenza, non trova di meglio che passare la sera del suo compleanno con una alcolizzata (Sandrelli) conosciuta per caso, alla quale non parlerà né della malattia né della figlia che non vede da anni. Un giovane (Santamaria) perde il posto di lavoro e allora addio ai sogni per una vita oltre la soglia di sopravvivenza: da adesso potrà contare sull'affetto della moglie (Maggi) e della figlioletta. Un padre (Haber) spreca il suo talento di pianista jazz in balere di quart'ordine pur di riuscire a essere sempre reperibile per il figlio disturbato psichicamente. Il film di Incerti, qui alla sua terza regia, ha l'ambizione di raccontare la traiettoria sbilenca di un'umanità in crisi esistenziale, passando per il punto d'equilibrio del rapporto tra genitori e figli. Collocato geograficamente tra Ferrara e Mantova nell'arco temporale di tre giorni, il film spreca un cast d'eccezione con una regia piatta e televisiva, approdando a risultati ben lontani da piccoli gioielli del genere come La vita altrui (Michele Sordillo) e Come si fa un Martini (Kiko Stella) o, per guardare all'estero, Magnolia: film corali di ben più robusto impianto narrativo.
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