Regia di Gianluca Greco vedi scheda film
Gianluca Greco per il suo esordio si è inerpicato lungo la salita scoscesa e accerchiata dai burroni della favola- farsa e della commedia su alcuni aspetti deformati del costume contemporaneo. Da una parte, il villaggio vacanze con le sue cadenze e il suo tran tran eccitato e volgare e dall'altra, in chiave grottesca, l'immigrazione clandestina che ha la faccia da clown triste, da ingenuo totale di Ahmet, pastore di capre in una landa immaginaria, sbarcato in Italia con un ombrello, una misteriosa valigetta soprattutto, con un vocabolario appreso guardando i programmi televisivi e gli spot pubblicitari. Poche parole per dire tutto e per sembrare il classico saggio/sfasato. Oltre il giardino ora c'è la parabola. Il film parte abbastanza bene e sembra avere un potenziale ironico interessante. Alcuni errori nella distribuzione dei ruoli, la fiacca articolazione della sceneggiatura e una mancata determinazione nella regia rendono il percorso in salita impraticabile.
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