Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Bruno (Andrea Cecchi), che da civile lavorava in una grande tipografia, torna dal fronte russo nell'estate del '43. Roma è piena di tedeschi e la tipografia lavora sotto il controllo dei tedeschi. La sua fidanzata, anche collega di lavoro, è Gina (Clara Calamai). La ragazza durante la lunga assenza di Bruno aveva accettato la corte di Tullio che lavora anche lui tipografia. Bruno viene informato di questo da una lettera anonima, poco dopo aver visto Gina che non gli aveva subito confessato la cosa. Bruno, pur essendone innamorato, capsce che deve levarsela dalla testa. Bruno è un uomo temprato dalla terribile esperienza della guerra e dal disprezzo verso i tedeschi mentre all'opposto Tullio è un giovane che si adatta a tutte le situazioni cercando di trarne vantaggio. Infatti dice alla ragazza che è stato lui a scrivere la lettera anonima per avvertire Bruno del tradimento di Gina. Arriva l'8 settembre con la resa dell'Italia e la disgregazione dell'esercito. La pressione dei tedeschi diventa sempre maggiore e il commendatore, proprietario della tipografia, affida tutto a Tullio ed entra nella resistenza e con lui Bruno. Tullio gestisce la tipografia disposto a compiacere in qualunque modo i tedeschi allo scopo di trarne vantaggi. Gina man mano capisce come è fatto Tullio e come sia del tutto privo di dignità e pronto a vendersi per dei piccoli benefici. Gina collabora anche lei con la resistenza, Bruno resterà ferito e il figlio del proprietario della tipografia, scoperto dai tedeschi muore. Ad informare i tedeschi delle azioni di Bruno è sempre Tullio con una lettera anonima che confrontata con la precedente smaschera il traditore. Alla fine Gina uccide Tullio per salvare quelli che hanno combattuto i tedeschi. Il film finice con l'arrivo degli americani a Roma, con la tipografia che stampa il primo manifesto libero annunciando la liberazione e Gina che è in carcere per l'omicidio di Tullio.
Questo film, preso per caso sul sito della Rai, è stata un'inaspettata scoperta. E' un ottimo film e c'è dentro la storia dell'Italia in quel periodo terribile. C'è il soldato che torna e trova una città cambiata e con essa le persone, il suo vecchio luogo di lavoro che sembra una prigione con la presenza incombente dei tedeschi, il suo collega che si finge amico ed è un traditore per piccoli vantaggi che lo rendono inviso a tutti. L'interpretazione migliore, nella sua asciuttezza è quella di Andrea Cecchi che ricordo di aver visto in altri film ambientati nello stesso momento storico. Il finale, molto consolatorio, è la ragazza in carcere e Bruno che la va a trovare e le dice che a lei devono tutti la vita e che se c'è una giustizia sarebbe uscita presto dal carcere. Avrei preferito come chiusura la scena precedente, la tipografia che riprende il lavoro e il manifesto che annuncia la liberazione.
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