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La felicità non costa niente

Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film

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La recensione su La felicità non costa niente

di chinaski
8 stelle


Ci sono dei momenti, nella vita, in cui non capisci veramente più niente. Sembra che non vi sia nulla di decente a cui aggrapparsi. E allora ti lasci cadere. Mandi a fare letteramente in culo tutto e tutti. Amore, figli, lavoro, amicizie e soprattutto te stesso. Perchè hai sentito dentro di te che qualcosa inevitabilmente si è rotto, si è spezzato, qualcosa ha smesso di funzionare. E quel qualcosa sei tu. Calopresti nel suo nuovo film ci vuole raccontare un' esperienza di questo tipo. Ci vuole mostrare le ansie, le paure, il dolore di uomo che sente di andare alla deriva. Che sente il momento di precipitare per trovare qualcosa di solido su cui atterrare. Magari questo può significare la morte, magari può significare una nuova vita. Calapresti non ce lo dice, ci vuole solo far capire che l' importante, a volte, è lasciare che le cose smettano di essere come sono sempre state e che tu soprattutto devi smettere di essere quel qualcuno che forse non sei ma voluto essere. Nel film aleggia un' imperfezione propria della vita. Nella storia, nei personaggi, nella trama, nei raccordi temporali. Ma forse proprio perchè il regista, questa volta anche nei panni di attore, non aveva una vera storia da raccontare, ma più che altro ci voleva parlare di uno stato dell' essere, di un momento della vita, un qualcosa quindi di assurdo e pulsante, insensato e poetico. Perchè la vita quando si fa cinema è proprio questo, qualcosa di inafferabile che non può essere racchiuso in determinate strutture. L' emozione a volte si svela in un sorriso, negli occhi, in un disagio, in una precaria fragilità, come la felicità che non è mai qualcosa di irraggiungibile e utopico. Il grande sbaglio che molte volte facciamo è quello di credere che l' essere felici debba corrispondere con il sentirsi felici. La felicità è qualcosa che puoi solamente vivere senza domandartene il motivo, non può essere oggettivizzata e quindi raccontata, per questo nel film la vediamo nascere e subito morire senza che il protagonista, a volte, se ne accorga. Il suo malessere è basato prorpio su questo. Le motivazioni che porta, la morte di un operaio, l' abbandono di una donna appena conosciuta, la crisi di un matrimonio e dell' amicizia sono tutte delle scuse. Il vero motivo è che Sergio ha dimenticato come essere felice.
Ed è vero che la felicità non costa niente, proprio perchè nasce dalle cose più semplici che noi tutti possediamo. E' un regalo che la vita ti fa. A te il compito di saperlo accettare. A te la gioia di saperne godere.

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