Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Buon lavoro di Garrone.Coriaceo ma realista.
Il film trae spunto da un episodio di cronaca nera,realmente accaduto,chiamato in gergo giornalistico"il caso del nano di Termini"
Un tassidermista , cioè un imbalsamatore, omosessuale,fu ucciso dal suo protetto in circostanze "misteriose".Peppino Profeta, affetto da nanismo,con dubbie tendenze sessuali e un lavoro "inquietante",con amicizie "pericolose" contrae un morboso e ambiguo rapporto con un giovane e piacente apprendista,Valerio, fino a diventarne il suo mentore esclusivo e compiaciuto.Quando però incontreranno Debora,che s'innamora ricambiata di Valerio, le relazioni personali inevitabilmente cambieranno,fino alle più tragiche conseguenze. Ostico questo lavoro di Garrone, che scava nei meandri della perversione umana, per costruire questa storia torbida.Triangolo squibrato e disperato, dove più che di sentimenti, si deve parlare di malsane attrazioni. Altalena patologica tra i tre personaggi,che alimentano dei rapporti innaturali ,dall'ammirazione professionale "incondizionata" del discepolo verso il suo maestro, all'adorazione "edonistica" dello stesso per la bellezza e purezza dell'allievo e infine la gelosia "normale" della donna, che sembra la più lucida e in grado di comprendere la potenziale pericolosità di un "soggetto intimamente violento" e di una situazione estrema e tesissima,infatti sarà lei ad interrompere questo strano feeling e a spezzare bruscamente il legame malato, facendo precipitare gli eventi verso l'epilogo drammatico.
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