Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Ispirato abbastanza da vicino alla storia vera di Domenico Semeraro e Armando Lovaglio, “L’imbalsamatore” è il quarto lungometraggio di Matteo Garrone. Peppino Profeta è un nano che lavora come imbalsamatore e mantiene agganci con la criminalità organizzata; conosce casualmente Valerio, un giovane di bell’aspetto di cui si innamora e che coinvolge nelle sue attività, ma Valerio si mostra sempre passivo e indeciso, finché si innamora di una ragazza di Cremona e il “ménage à trois” si rivela insostenibile…
Garrone sceglie una classica struttura da melodramma, ma la raffredda con abbondanti iniezioni di atmosfere da film noir, piuttosto insolite per il cinema italiano. La fotografia disincantata di una condizione esistenziale sempre sull’orlo dell’abisso, a cui si unisce uno squallore morale dell’ambiente che anticipa di alcuni anni le tematiche di “Gomorra” (e il trait d’union potrebbe essere la presenza nel cast del vero boss della camorra Bernardino Terracciano). Il film è orchestrato su una progressione inarrestabile verso la tragedia che non ha cadute di stile, è fotografato efficacemente dallo scomparso Marco Onorato, che farà meraviglie anche in “Gomorra” e in “Reality”, è girato con un realismo scabro e una notevole attenzione alla concretezza dei corpi. Tuttavia, secondo me non si arriva al capolavoro, come nel caso del film sulla camorra tratto da Saviano, perché la materia narrativa non consente ancora un simile salto di qualità: si rimane nell’ambito di un insolito triangolo descritto con competenza ed in modo appropriato, ma senza riuscire a trasfigurarlo in qualcosa di più elevato. Nel cast Ernesto Mahieux esprime molto bene l’ambiguità di Peppino, la sua sofferenza e il suo innamoramento; il giovane Foglia Manzillo è usato soprattutto in funzione decorativa, ma Garrone è riuscito ugualmente a fargli assumere il giusto sguardo rassegnato e un po’ spento; Elisabetta Rocchetti è convincente nel ruolo di Debora, la ragazza “sgallettata”. Infine una curiosità: Mahieux ha vinto per il ruolo di Peppino un meritato David di Donatello come “migliore attore non protagonista”, ma qualcuno può ragionevolmente supporre che Peppino non sia il vero protagonista di questa storia?
Voto 8/10
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