Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Un film difficile da realizzare, dal risultato più che soddisfacente. Non manca la tensione, non manca l'amore, non manca l'impegno sociale. Bellissima la ripresa del maribù africano che col becco e gli occhi occupa tutto lo schermo e la stessa ripresa fatta sul camorrista che occupa l'obiettivo con naso e occhi quando minaccia la ragazza dicendole che non sa quanto sta rischiando: anche lui come l'uccello si nutre di carogne! L'ambiguità del rapporto tra l'imbalsamatore e Valerio, suo dipendente, sottende una minaccia intuita e taciuta che mette a soggezione e sottomette il ragazzo che accetta gli abusi del datore di lavoro per salvare la donna che ama e crea quello strato di tensione continuo per cui uno si aspetta sempre che la malavita entri nel vivo della storia, mentre ne rimane in disparte. Amore sacrificale. Interessante anche l'uso di cadaveri umani per lo spaccio della droga da parte della camorra e il finale, forse un po' troppo prevedibile. Avrei preferito la morte dei due ragazzi!
All'inizio del film mi sono chiesto come potesse svolgersi un soggetto simile: cosa avrà da dire il regista? Alla fine del film ho scoperto mille messaggi. Bella, ben congegnata e ben realizzata.
Mi piacciono le scelte stilistiche che opera Garrone nel film. Con la complicità della fotografia, paesaggi, luci e personaggi sono sempre all'altezza della situazione e della tensione.
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