Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
"L'imbalsamatore" è il primo film importante di Matteo Garrone, quello che ha svelato tutto il suo talento. Un film che negli anni è diventato di culto, molto meno conosciuto dei vari "Gomorra", "Pinocchio" o "Dogman". Un piccolo grande film, che fa dell'ambiguità la sua chiave segreta e di Mahieux, stradordinario piccolo (grande) attore, il perno di una storia quasi surreale, divisa fra un sud periferico, sporco, vuoto, scheletrico e un nord nebbioso, misterioso, dove si consumerà il destino di questi tre personaggi: Peppino "O'Profeta", tassidermista dalle tendenze omosessuali, Valerio, assunto come aiutante e playboy naturale e Deborah, ragazza sbandata che intreccia una storia d'amore proprio con Valerio. Un gioco delle parti trattato da Garrone in maniera splendida, sottile e audace, lasciando, appunto, sempre l'ambiguità dei personaggi al centro della scena. Questo, forse, comporta una non chiara definizione degli stessi, ma l'ipnotico incedere del film, l'uso dei paesaggi (finalmente uno che lo sa fare) e la trama che si sviluppa lentamente, ne fanno una visione importante. Uno di quei film italiani capaci di segnare un periodo storico, capaci di andare oltre il Cinema nazional popolare. Poi non c'è come Garrone nel trattare personaggi borderline come Mahieux/Peppino, basti ricordarsi del protagonista di "Dogman". Ottimo, gran bel cinema, e da recuperare su Prime Video.
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