Regia di Paolo Santoni vedi scheda film
Ci sono cuore, sole e amore, ma Paolo Santoni si tiene lontano dagli stereotipi. Ci sono le pizze e i mandolini, ma il taglio è antropologico, non folkloristico. Ci sono anima e storia in questo viaggio tra Napoli e il Nordamerica, alla ricerca delle radici della canzone classica partenopea. Pratiche alte e pratiche basse, la straordinaria avanguardia che contamina i lamenti arabi e l’antica tradizione spagnola di Peppe Barra e i riti matrimoniali degradati a “home show”, i “posteggiatori” e i vecchi maestri di pianoforte. Alla riscoperta di evergreen come “Tammurriata nera” (scritta per stigmatizzare ironicamente i bambini che nascevano con la pelle scura nella Napoli occupata dagli americani), “Funiculì funiculà” (creata per rilanciare, dopo l’iniziale insuccesso, la prima teleferica che portava al Vesuvio), ”A cartulina ‘e Napule” (per esorcizzare la fine della guerra : «Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato...». Per documentare “sottoboschi” orgogliosamente aggrappati alla propria dignità, costretti a rifugiarsi nell’immortale arte di arrangiarsi. Mentre immagini mute, rubate al lontanissimo cinepassato, accompagnano melodie e ricordi, nipotini di Frank Sinatra e voci che ribollono di blues (bellissima la versione di “Indifferentemente” cantata da Pietra Montecorvino ed Enzo Gragnianiello).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta