Regia di Donald M. Jones vedi scheda film
Strano film a bassissimo costo dell'indipendente regionale Jones, dalle buone intuizioni visionarie e dalle profetiche distopie di pensiero sulla società dell'informatica, oltre che che persino alcune tentate digressioni filosofiche su quella che potrebbe essere stata la coseguenza di una fine della civiltà come la conosciamo, o l'investitura alla fine del mondo da parte di una intelligenza aliena; impersonata dal computer che diventa un inseguitore minaccioso, visualizzato in un fascio di luce elettronica, la faccia trattata in video e colorata di arancione che dovrebbe essere lo setsso volto "umano" dell'intelligenza artificiale, e uno strano ronzio metallico e anch'esso elettronico, il quale insegue i due amici protagonisti, e inizialmente senza sapere nemmeno perchè, dispersi in un deserto. Pieno di buone idee e stranissime intuizioni, però disperse in una parte centrale fiacca e faticosa, a causa di una sceneggiatura forse volutamente non chiara. Girato e realizzato evidentemente negli anni '70, la seconda metà, certo non nel 1987 come dicono i titoli e le prime edizioni in videocassetta, anche il montaggio volutamente psichedelico denuncia chiaramente la sua origine nell'ambito del cinema di fantascienza thriller, del decennio precedente. Con un certo stile ambizioso, attori non molto noti ma tutti bravi, in particolare l'avvenente Elly Koslo/Marcie, che accoglie i due nella misteriosa casa nei boschi montani. Ha delle trovate registiche notevoli per i tempi, nel come sono trattati coloristicamente i sogni in verde e bianco che poi diventano blu, di Gus, uno dei due uomini protagonisti. Vede forse sè stesso da bambino, in un cimitero. E poi attraverso le foto naturali di lui e del suo amico ci vuole essere suggerito qualcosa che magari fa tutto parte di un esperimento governativo, come la parte metaforica del "ristorante chiuso" che i tre trovano, sembrerebbe suggerire. O l'uomo anziano con la gomma a terra accanto alla macchina in attesa di un aereo che "sta per arrivare", un Cessna che non arriva, però nel momento di tornare al ristorante chiuso, qualcuno ha cambiato il cartello all'interno in un "chiuso permanentemente", e al ritorno dall'uomo egli è sparito come la macchina. Interessante anche l'aereo che diventa inseguitore misterioso come in un film di Hitchcock, e la criptica ma intrigante discesa di Gus nel sotterraneo con le porte rosse da cui entrano e scompaiono persone, qualcuno incomincia a parlargli ermeticamente di un fantomatico progetto "Touchstone". Ermetico come è il tutto pure la faccia verde dagli occhi rossi che appare nel prefinale. Annoia un pò ma ti lascia con una certa sensazione di fascino e al contempo sospeso, inappagamento.
John Nada
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta