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Touch

Regia di Baltasar Kormákur vedi scheda film

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La recensione su Touch

di zombi
8 stelle

mi è piaciuta molto la temeraria caparbietà con cui kristofer ha deciso di fare ciò che ha fatto. solo in un mondo allo sbando e presto in lock down alla ricerca del vero sè attraverso l'unica persona che ha mai veramente amato. peccato non abbiano lasciato anche la parte in inglese in originale.

in un momento cruciale e finale nella vita di kristofer, in cui la memoria si fa sempre più sottile e il corpo comincia a non ubbidire più , i ricordi si fanno sempre più pressanti e l'esigenza di dare il vero senso alla propria presenza in terra, urgente.

sono i momenti in cui l'epidemia di covid sta obbligando il mondo intero a prendere provvedimenti severi e restringenti, ma kristofer ha una missione da compiere prima che sia troppo tardi.

tardi per rimpiangere di non avere cercato l'amore della sua vita.

bisogna regolare i conti con se stessi, e così mentre kristofer si reca a londra dove tutto è cominciato più di 50 anni prima, i ricordi si rincorrono, si mescolano e si confrontano nella sua testa sempre più confusa.

la storia privata di un uomo si confronta e si scontra con la Storia mondiale recente.

a londra per studiare economia nel momento di maggior fermento politico, abbandona gli studi per andare a fare da lavapiatti in un ristorante giapponese, solo per dar fastidio ad un compagno di studi.

il proprietario del ristorante lo prende subito in simpatia, provenienti entrambi da un isola e con una piccola conoscenza da parte di kristofer dei pesci per aver lavorato su un peschereccio, capisce che non è un capriccio di un figlio di papà.

ma ciò che ha convinto kristofer a tornare il giorno seguente per fare il colloquio, è la figlia del proprietario, miko.

i due si adocchiano subito, ma il motivo per cui sono venuti via dal giappone, è un segreto che miko e soprattutto suo padre non vogliono assolutamente rivelare a nessuno.

unico occidentale che lavora nel ristorante, dimostra grande curiosità e soprattutto rispetto per tutto che lentamente vede e impara, aiutato dal padre di miko che lo introduce prima sospettosamente e poi in modo più rilassato nei segreti della cucina tipica.

le notizie sull'epidemia diventano sempre più preoccupanti, la figlia di kristofer continua a chiamarlo per dirgli di tornare e lui non sembra assolutamente preoccuparsi dell'abisso del quale l'umanità teme l'incognita.

la vita di kristofer è stata un'alternativa senza passione. sposato con una donna che ha avuto una figlia da un matrimonio precedente , non hanno mai avuto figli loro perchè lei non voleva.

sonja, la figlia della donna, è sempre stata molto affezionata a kristofer e continua a chiamarlo per chiedergli di tornare, ma kristofer ha una missione da compiere e spostandosi da londra al giappone, sembra avvicinarsi sempre di più alla donna della sua vita.

tutto ciò che è avvenuto dopo che miko è misteriosamente, frettolosamente e senza spiegazioni alcune, se non un frettolosa rapporto sessuale, è stato una parentesi nella propria isola, con un buon riscontro professionale e una vita privata lineare e di compagnia.

è solo quando arriva in giappone che kristofer sente di essere tornato davvero a casa e non solo perchè è la terra della sua amata.

una cultura profondamente diversa e distante, difficile da capire soprattutto per certi concetti legati alla seconda guerra mondiale e all'ecatombe che hanno dovuto subire e quando finalmente kristofer riesce a raggiungere , vedere e parlare con miko, capisce tutto quello che per decenni lo ha tormentato, sicuramente non affrontando con convinzione le problematiche inerenti al suo matrimonio.

un bel film; quieto ma ribollente come il personaggio di kristofer interpretato da egil olaffson nell'età avanzata.

tutti i misteri disseminati nella parte ambientata a londra alla fine degli anni 60, vengono presi di petto da kristofer quando scopre di non avere ancora tanto da vivere, e risolti durante il suo viaggio, quando finalmente ritrova miko.

quando si dice che oltre ad esistere bisognerebbe vivere, kristofer ha trovato il coraggio di fare ciò che avrebbe sempre desiderato, ma che umanamente ha sempre ritenuto non abbastanza urgente fare.

la fine della sua vita lo ha convinto ad affrontare l'ultimo viaggio verso quelle domande che lo hanno assillato, in un mondo allo sbando che non sapeva a cosa andava incontro, proprio come kristofer.

miko lo accoglie e gli spiega tutto, con estrema pace, i dilemmi sciolti, le paure risolte, sorprese inattese che rasserenano la mente di un uomo arrivato al capolinea.

un finale così sereno, due anime ritrovate, che vanno incontro ad uno dei momenti più bui e tremendi che l'umanità abbia sperimentato in tempo di pace, però insieme.

 

 

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