Regia di David Hinton vedi scheda film
MUBI
"Certi film continui a guardarli per tutta la vita. Più invecchi, più loro acquistano significato.
Non si sa come. Ma è così.
Per me questa filmografia è una presenza straordinaria, una fonte costante di energia che mi ricorda il senso dell'arte e della vita."
Diciotto anni di sodalizio, forieri di quasi altrettanti notevoli film (almeno una quindicina) dai generi disparati, hanno reso la coppia Powell/Pressburger come una delle più amate dai cinefili e dalla critica cinematografica di ogni tempo.
Tra i cultori della coppia di cinesi, che vede Powell più concentrato in sede di regia e costruzione "fisica" delle scene, e Pressburger più coinvolto in sede di scrittura, Martin Scorsese figura come uno dei più prestigiosi e convinti sostenitori dell'opera del duo.
In ordine prima di argomento, e poi cronologico, il celebre cineasta di Mean Streets, Taxi Driver e Toro Scatenato (che vengono citati e riproposti come confronto tra l'opera del regista e l'influenza che costui ricevette dai due autori inglesi), ripercorre tutto il ventennio che parte da inizio Seconda Guerra Mondiale alla seconda metà dei '50, trovando il motivo di ispirazione più forte proprio il periodo bellico, foriero di autentici capolavori come Un racconto di Canterbury (1944), Scala al paradiso (1946), Narciso nero (1947), Scarpette rosse (1948), probabilmente il titolo più noto ed apprezzato, e I racconti di Hoffman (1951). Il racconto piacevole e accattivante con cui Scorsese ci racconta di questo straordinario duo registico è appassionante e anche divertente, soprattutto quando il regista di Casinò ci rivela particolari scaturiti dai diversi incontri che gli permisero di conoscere in particolare Michael Powell.
A David Hinton, regista di questo lungo ed appassionante viaggio all'interno di una carriera esclusiva e costellata di gemme inarrivabili, non resta che filmare l'amorevolezza che illumina lo sguardo del grande cineasta italoamericano, proteso a renderci parte di particolari gustosi e curiosità che ci restituiscono i dettagli di un lavoro di coppia che rasenta spesso la pura perfezione.
E perdendosi a raccontare aneddoti divertenti come quando un giovane Scorsese fece vedere Mean Streets a Michael Powell, e questi gli fece i complimenti con un'unica riserva: quella di aver usato troppo rosso negli sfondi. Scorsese divertito gli rispose che la colpa è di Powell, e dell'influenza che lo splendido effetto Tecnicolor creò in lui con la visione di capolavori come Scarpette rosse e altri gioielli.
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