Regia di Damien Leone vedi scheda film
Un bel omaggio al vecchio slasher anni '80 rispolverato e sviscerato...
Una settimana proficua per l’horror.
Visto in anteprima per Halloween e in sala pienissima con l’ultimo biglietto preso a culo per disdetta mentre facevo la fila TERRIFIER 3 di Damien Leone, per la prima volta su grande schermo. Preciso che dei quattro film è il migliore per produzione, regia, effetti speciali, storia e personaggi. Poi ogni film, per quanto mi riguarda, ha un elemento migliore e uno peggiore rispetto agli altri.
La storia parte da dove è terminato il capitolo precedente. Vicky e Art il Clown si riuniscono, vanno in una sorta di letargo e si risvegliano cinque anni dopo durante il periodo natalizio. Passate diverse mattanze sanguinose e rimediato un vestito da Babbo Natale la coppia si prepara per altri omicidi e in particolare la loro vendetta contro Sienna e Jonathan Shaw. Nel frattempo i due cercano di vivere serenamente con i loro zii e al college nonostante abbiano incubi, visioni, terapie post traumatiche, reticenze e ogni tanto vengano tartassati per i tremendi fatti di cinque anni prima. Il tutto proseguirà tra massacri, vessazioni e una resa dei conti molto particolare.
Stavolta ci si spinge sullo splatter, lo slasher e il torture porn più estremo e pure più cattivo, sia dentro che fuori schermo, con Art il Clown che non risparmia proprio nessun obiettivo. Si conteranno almeno una dozzina di scene violente piene di sangue, arti staccati, squartamenti, interiora esposte, congelamenti, martellate, accettate, impalamenti eccetera eccetera. Eppure è tutto sopra le righe e il più delle volte divertente, complice il carisma malato di Art che rimane pur sempre divertito e perculante, regalando almeno tre o quattro sequenze a dir poco memorabili. Per una volta ho trovato soddisfacente un’esecuzione, seppur un peccato per i miei gusti sessuali se non di altri. La storia è più elaborata, si critica la mitizzazione ipocrita del serial killer e dei superstiti, si parla di superamento di traumi e di difficoltà nel relazionarsi. Si sfocia alcune volte in elementi fantasy come si faceva negli horror anni ’80, i personaggi sono meglio tratteggiati e ci sono delle scelte narrative non proprio scontate.
La regia è buona, la tensione viene costruita, si usano molto gli effetti speciali analogici, il ritmo è ben dosato senza far sentire le due ore di durata e il clima natalizio mischiato alla flemma di Halloween rende il tutto particolare. Il cast se la cava bene, Lauren laVera è azzeccatissima oltre che carina già come ha dimostrato in The Well di Zampaglione e David Howard Thornton è praticamente il nuovo Robert Englund.
Anche se una miglioria non stiamo parlando di un filmone. Qui la sceneggiatura mostra molto il fianco in alcune scene, a volte la sospensione dell’incredulità è messa a dura prova e ogni tanto la messinscena richiama il cinema di serie b. Però il contesto del film riesce a non far pesare i difetti che si porta dietro.
Il 7 novembre direi proprio di non portarci i bambini, i deboli di stomaco e forse anche quelli di cuore, dato che Art in una o due scene si ricorda di far paura, insieme alla sua trombettina del cazzo…!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta