Regia di Bill Paxton vedi scheda film
Film sottovalutato ed ingiustamente denigrato dai soliti atei coi paraocchi, è in realtà un ottimo esordio alla regia: ambiguo, inquietante, morboso, volutamente provocatorio, realizzato con sapienza, passione e sensibilità. Eccellenti i due attori bambini ed intenso Paxton, regista ed insieme papà folle e assassino per presunta "volontà divina".
Film sottovalutato ed ingiustamente denigrato dai soliti atei coi paraocchi (che non si sono nemmeno accorti che il film è esattamente l'opposto di ciò che essi credono: ossia, un'acre denuncia del bigottismo fanatico!), è in realtà un ottimo esordio alla regia: ambiguo (insinua il dubbio nello spettatore, lo porta ad interrogarsi e dunque, finalmente, a pensare!), inquietante, morboso, volutamente provocatorio, realizzato con sapienza, passione e sensibilità.
Il ritmo lento e la mancanza dei soliti effettacci truculenti, che per alcuni fruitori viziati o splatterofili assuefatti parrebbero essere imperdonabili difetti, sono invece dei valori aggiunti in questa pellicola, in quanto amplificano e valorizzano l'atmosfera opprimente e tragica, moralmente claustrofobica, della già torbida vicenda.
Bravissimo Bill Paxton sia nella direzione (seppur non perfetta, ma assai apprezzabile per la costruzione del pathos e la gestione della suspence), sia come attore: intenso e credibile, sa rendere alla perfezione la follia mistica progressiva del suo personaggio, un uomo perduto fra i meandri della propria mente solitaria, forse deviata dalla perdita precoce della moglie e da una vita amara fatta di dolori, noia e sacrifici.
Menzione speciale per i due bambini che interpretano i suoi figlioletti: in particolare Matt O'Leary (Fenton), straordinariamente espressivo e sorprendentemente talentuoso.
Le buone musiche (di Brian Taylor) fanno il resto, sottolineando i momenti cupi e tragici della storia e l'inarrestabile corsa dei protagonisti verso l'abisso della perdizione e del Male più puro.
Ambientazioni azzeccate e suggestive: la profonda provincia americana offre sempre, anche al cinema, innumerevoli spunti di fascinazione oscura e maledetta.
In definitiva, un dramma familiare di pazzia e terrore psicologico, più che un horror o un thriller veri e propri. Ed è proprio questa la sua forza: la rappresentazione di una serena, ordinaria quotidianità che si trasforma d'improvviso in un incubo angosciante, in una deriva spirituale tormentosa che scuote l'animo dei protagonisti e tutte le loro certezze a stento acquisite; e l'innocenza violata, perduta per sempre di due piccoli cuori, così come quella di un'intera nazione. O forse, più tragicamente, di tutta la società e di un mondo ormai buio e malato. Il nostro.
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