Regia di John L. Spencer vedi scheda film
Che cosa significa essere “woke”? Bene o male empatizzare con il prossimo, proteggere le categorie fragili o meno rappresentate, rimanere sensibili sulle questioni politiche, ambientali e sociali. Ma oggi, sostiene Ricky Gervais in questo spettacolo, il termine è andato a indicare più che altro un certo tipo di 'bullismo autoritario' che arbitrariamente decide cosa sia giusto e cosa no, condannando chiunque osi opporsi a tali dettami, spesso creati su pregiudizi e mancanze di rispetto a loro volta. L'occasione è ghiotta per tentare di infrangere tutti i tabù possibili, dal razzismo al fascismo, dalla pedofilia all'antisemitismo: sostanzialmente ogni argomento politicamente scorretto.
Ritorna Ricky Gervais a poco più di un anno di distanza da Supernature (2022) con uno spettacolo basato sulle contemporanee distorsioni e follie dell'ideologia cosiddetta woke. Armageddon è un'ora tonda di risate senza compromessi, che non guardano in faccia a nessuno, come è d'altronde l'umorismo di Gervais. Neri, nani, donne, omosessuali, ebrei, bambini, animali: nessuno si salva in questo monologo spietato e autoreferenziale, che mostra insomma il mondo attraverso i privilegiati occhi del suo autore; maschio, bianco e nato in uno dei Paesi più ricchi del mondo (e ricco a sua volta anche per la media di quella nazione): Gervais non si nasconde dietro a un dito e, anzi, appena può mette alla berlina anche sé stesso e i suoi consimili. Qualche battuta può risultare senz'altro pesante – il segmento sulla pedofilia è intenso, diciamo così – ma questo è Ricky Gervais e, come dice lui stesso a conclusione dello spettacolo, non c'è nulla al mondo, neppure le cose peggiori e le tragedie più atroci, che non valga la pena di costruirci attorno una sana risata, l'unico strumento che abbiamo per esorcizzare le nostre paure. 6/10.
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