Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
All’alba nella Capitale i fantini cominciano la loro intensa giornata lavorativa, e con loro i cavalli che correranno sulle piste degli ippodromi romani: quello delle Capannelle e quello di Tor di Valle. Le gare sono spietate e la selezione degli animali è di conseguenza molto feroce.
Nel secondo dopoguerra la rinascita del cinema italiano passò anche per il cortometraggio, strumento utilizzato spesso e volentieri come antipasto o intermezzo delle (fra le) pellicole proiettate in sala. Numerosi giovani cineasti cominciarono a cimentarsi nella settima arte con questo mezzo, ma anche un veterano come Alessandro Blasetti, classe 1900, registrò qualche titolo in tale ambito. Ippodromi all’alba è uno di questi: undici minuti di riprese in bianco e nero, con la fotografia di Giovanni Ventimiglia e le musiche originali di Franco Casavola, che ripercorrono una tipica giornata romana dall’alba al tramonto nel segno dell’ippica. I fantini si svegliano prestissimo e salgono in sella per il quotidiano allenamento; in mattinata alle Capannelle e nel pomeriggio a Tor di Valle si tengono le gare. Note felici per i vincitori e note tragiche per le bestie infortunate che verranno finite sul posto: questa era l’atmosfera dell’epoca negli ippodromi e chiaramente non solo in quelli della Capitale. Documento interessante, che può peraltro vantare con ogni probabilità il commento esterno della voce di Arnoldo Foà, pur non essendo egli accreditato da nessuna parte nel breve film (undici minuti scarsi in tutto). 5,5/10.
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