Regia di Frank Q. Dobbs vedi scheda film
Interessante produzione regionale interamente girata in Texas dal regista televisivo e produttore indipendente Frank Q. Dobbs. E' un film che per ambientazione rurale americana ha più di un punto di contatto con titoli di culto del filone satanico quali "Il Maligno"(The Devil's Rain)(1974) di Robert Fuest, e "In Corsa con il diavolo"(Race with the Devil)(1975), di Jack Starrett. E' difatti più un western di ambientazione polverosa con le vittime isolate e prese di mira nel deserto, da una misteriosa setta di incappucciati. Un ruolo preminente ma solo fino ad una inaspettata fine la ha il vice sceriffo, Jase (David S. Cass Sr.). E non mancano quelle che oggi chiamerebbero "sexual harrassement", gli appassionati di queste cose in quanto ad un certo la ragazza messicana del personaggio di Glen, Maria (Linda Rascoe), viene quasi violentata da un villico, dopo averla imprigionata in un luogo isolato della fattoria. Ma verrà salvata da un messicano con i buffoni dall'aspetto inquietante e facente parte della setta oltre che cugino, (Norris Domingue). Che farà finire il quasi stupratore nelle mani della setta come gli altri, nella fossa delle grotte infestate di serpenti a sonagli. incappucciato gettato in una fossa piena di serpenti a sonagli.
Ma non è Maria la donna in pericolo, neppure quando arriva Leslie(Irene Kelly), una antropologa interessata alle voci di strani riti e culti che si dice si svolgano nella zona.
Ci saranno ancora degli avvicinamenti sessuali fra lei e Glen, ma a prendere piede sarà piuttosto il confronto finale con i "Discepoli della Morte", come si chiamano nel film.
Dalla durata davvero stringata di 75' minuti, "Enter the Devil" è veloce e girato in economia come abbastanza tipico dalla Bryan productions del protagonista, ma evita diversi clichè di sangue e sesso che uno si aspetterebbe in un film del genere. E' piuttosto interessante per l'ambientazione suggestiva nelle cave e nelle grotte dove vengono girate anche alcune buone scene di inseguimenti a piedi. Attraente è l'atmosfera da western horror, dell'ambientazione desertica e quasi sempre nell'ora del tramonto o nell'oscurità, tranne nella prima parte. Nella città fantasma battuta dalla polvere e che sembra popolata di spettri oltre che di persiane di legno sbattute dal vento, e cespugli che rotolano o sono inerpicati un pò ovunque.
Belle le scene nella mansione di legno, e in particolare quella del carro della miniera che si muove minaccioso come agitato da qualcuno che non si vede, cioè dei fantasmi.
C'è una sequenza ben realizzata di una donna messa al rogo, ben resa anche come trucco di make-up, abbastanza raccapricciante, e buone scene di fiamme rese interne alle scenografie grazie alle lenti bifocali. Non ci sono sacrifici umani e sanguinari di vergini distintamente nude su altari fatti a croce o a pentacolo.
John Nada
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