Regia di Vincenzo Alfieri vedi scheda film
Un corpo sparisce da un obitorio. È quello della ricchissima imprenditrice Rebecca Zuin (Gerini), morta (sembra) per infarto. Ma la scomparsa del cadavere rende impossibile stabilire la causa del decesso tramite autopsia. Viene così sospettato il giovane marito (Andrea Di Luigi, che sembra essere stato prelevato di forza da una sfilata di Pitti Uomo, tanto è legnoso), un parvenu che la donna ha sposato per la sua avvenenza. L'uomo - che già in passato si era concesso qualche momento di relax con la sorellastra di Rebecca, ha infatti una giovanissima amante (Campana) e qualche scheletro nell'armadio. Sul caso indaga l'ispettore Cosser (Battiston, perfetto), un uomo segnato dalla morte, quattro anni prima, dell'amatissima moglie.
Segnalatosi a partire dal 2019 (Gli uomini d'oro) come uno dei registi più inclini a svecchiare il cinema di genere in Italia, con Il corpo Vittorio Alfieri firma la sua opera migliore. Il film - che è il remake (il quarto, il che la dice lunga sulla qualità dell'opera originale) dello spagnolo El cuerpo, campione d'incassi nel paese d'origine - si avvale di una sceneggiatura che, pur richiedendo qualche attimo di sospensione dell'incredulità, è congegnata ad arte (merito del soggetto - come già nell'ottimo Contratiempo, di Oriol Paulo) e con notevoli colpi di scena. Il tutto in unità di luogo e di tempo (pur con qualche flashback che assicura allo spettatore un leggero vantaggio sull'ispettore) e con i crismi - a tratti eccessivi - del genere thriller: pioggia incessante, suoni sinistri, luci che si spengono improvvisamente e lacerti di cinema horror. Giusto per fare sentire nella propria zona di comfort il fruitore seriale di piattaforme. E infatti produce Amazon Prime Video...
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