Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
1976: il ventitreenne Nanni Moretti conquista una fama inattesa e improvvisa con il suo lungometraggio di debutto, Io sono un autarchico, che non ha neppure goduto di una normale distribuzione nelle sale cinematografiche. La Rai si interessa del caso e invita in una trasmissione il giovane cineasta, che si presenta agli studi della tv nazionale insieme a cinque amici e componenti del cast del film. Poco prima di andare in onda, Moretti ha un'idea geniale per una provocazione che renderà il suo nome ancora più memorabile: dichiarerà che tutti gli attori del film, lui compreso, sono omosessuali.
Poco dopo aver realizzato il suo primo lungometraggio, Io sono un autarchico (1976), e in seguito al successo perfino inatteso riportato dal film, Nanni Moretti gira questo corto che segue ironicamente le orme del precedente lavoro. Utilizzando alcune scene tratte dal film unitamente al materiale appositamente girato per Un autarchico al 'palazzo', Moretti tenta di offrire uno sguardo dall'esterno sul suo mondo creativo; il tutto è naturalmente filtrato dall'innata natura sarcastica dell'autore, che si trova qui preso senza dubbio alla sprovvista. Il dilemma è infatti tormentoso: come può un cineasta puro e integralista (autarchico, per l'appunto) accettare il successo del suo lavoro, soprattutto se si considera che il suo lavoro tende esplicitamente a demolire lo status quo? La risposta è, come sempre per Moretti, in una nevrotica risata. 6/10.
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