Regia di Giada Colagrande vedi scheda film
Pretenzioso, esibizionista e inverosimile, il film della Colagrande si segnala per una regia stilizzata ed elementare, caratterizzata dalla totale assenza di movimenti di macchina. Forse in questo senso si aspira invano all'asciuttezza di un Tarkovskij (richiamato dall'inquadratura di alcune opere pittoriche nel finale) ma anche ad un certo "cannibalismo" sul tipo del Fantasma del portoghese Rodrigues (già di per sé discutibile, quale modello). Ma la Colagrande non approda a niente, se non a mettere in scena sé stessa come mamma l'ha fatta ed una serie di coiti e masturbazioni di insopportabile freddezza.
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