Regia di Federico Micali, Teresa Paoli, Stefano Lorenzi vedi scheda film
NESSUN NOME “FAMOSO” DIETRO LA MACCHINA DA PRESA (VEDASI “UN MONDO DIVERSO È POSSIBILE”), nessun “protagonista principale” su cui puntare l’obiettivo (vedasi “Carlo Giuliani, Un Ragazzo”), ma soltanto le immagini di tre ragazzi come tanti che nelle giornate del G8 genovese, senza neanche un accordo preventivo, si trovavano ciascuno per proprio conto per le strade del capoluogo ligure a manifestare e a vivere quello che sarebbe diventato, per ciascuno dei giovani (e non solo!) che hanno occupato la città, “il canto del cigno delle proprie illusioni e dei propri ideali”
Dopo un faticoso lavoro di montaggio, Federico Micali, Teresa Paoli e Stefano Lorenzi, incontratisi nell’ambito della Scuola di Cinema “Anna Magnani” di Prato, hanno voluto raccontare quello che i loro occhi (e quelli di altri amici che hanno messo a disposizione le loro immagini) hanno visto duranti i giorni del G8 2001, seguendo il flusso degli avvenimenti in senso cronologico e mostrando non solo l’aspetto “spettacolare” di quelle giornate (scontri con la polizia e violenti pestaggi di dubbia legittimità), ma tutto quello che vi ruotava attorno: incontri, dibattiti, gente comune in piazza, canti, giochi e la felice consapevolezza di chi credeva (e continua a credere nonostante tutto!) nella forza e libera volontà di manifestare le proprie idee ed anche il proprio dissenso.
“La paura che la gente non ti creda, creda che esageri, che non è possibile che quello che dici di aver visto è vero”: è questa la molla (la frase fa da prologo al documentario) che ha spinto i tre giovani a raccontare, in un bianco e nero che conferisce alle loro immagini il valore di un documento storico, le “tre giornate di Genova” aggiungendo significativamente un “Post Scriptum” per cercare di seguire, a distanza di un anno, i processi in corso, le inchieste ancora sospese e tutte quelle domande che rischiano di rimanere senza risposta. Il loro lavoro si segnala inoltre per la freschezza e genuinità di immagini che hanno in sé la potente ed inconsapevole forza di una realtà in fieri, e che non hanno bisogno di alcun filtro per comunicare la tragedia di quelle giornate.
La giornalista del tg3 in diretta confusa e spaesata, la ragazza che dinanzi al carro armato dei carabinieri penetrato nello stadio chiede con ingenua sorpresa: “Scusi, ma cosa state facendo?”, il grido fuori campo di un uomo che sotto i manganelli della Polizia continua ad urlare : “Sono un dottore, sono un dottore” ed il primo piano del viso della mamma di Carlo Giuliani che, fissando la macchina da presa e riflettendo sui gravi fatti del G8, dichiara: “Per fortuna è morto solo Carlo!” sono alcune delle immagini più commoventi e strazianti di un documentario che grazie alla sua diffusione nelle sale cinematografiche (merito della Pablo di Gianluca Arcopinto) spera di raggiungere quanto più pubblico possibile e sicuramente una platea disponibile ad una più completa cronaca delle giornate del G8 2001, evitando abilmente qualsiasi morbosità o facile scorciatoia voyeuristica.
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