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In A Violent Nature

Regia di Chris Nash vedi scheda film

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La recensione su In A Violent Nature

di undying
8 stelle

L'esordio in regia di un tecnico degli effetti speciali (Chris Nash) è il vero remake (pur se non dichiarato) di "Venerdì 13", con la differenza che qui regna una lentezza agghiacciante (in senso positivo) destinata ad essere interrotta da "realistici" sventramenti (frutto di sana, vecchia, tecnica prostetica).

 

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Gruppo di giovani, dopo essersi appropriato di un ciondolo d'oro collocato tra i ruderi di una torre antincendio, decide di passare una spensierata vacanza sperduto in un bosco dell'Ontario. Il più audace tra loro, Ehren (Sam Roulston), dà corso al classico "Campfire Tale" raccontando agli amici la terribile leggenda (in realtà storia) del massacro di White Pine: in tempi passati, l'area venne sottoposta a un progetto di disboscamento; approffittando della situazione un fattore locale, speculando sui prezzi di rifornimento, alimentava l'odio dei lavoratori che finirono per prenderne di mira il figlio autistico, Johnny (Ry Barrett). Tanto da arrivare a fargli uno scherzo conclusosi in tragedia, proprio sulla torre antincendio. Chissà come e/o perché, dall'Aldilà Johnny fece ritorno massacrando l'intero personale presente nel campo base. Grazie alla determinazione del ranger locale il suo corpo - sepolto nel luogo del decesso - fu in seguito fatto riposare in pace per effetto di un medaglione, lasciato in dono dalla madre all'amato figlio John. Ecco dunque spiegato il motivo per cui, fin dall'arrivo dei campeggiatori, dalla terra è riemerso John il quale - dopo aver massacrato un pericoloso e irresponsabile individuo, fissato con trappole per animali - ha trovato nuove, fragili, prede da massacrare. Letteralmente.

 

Ry Barrett

In A Violent Nature (2024): Ry Barrett

 

La storia insegna (cifr. Terrifier o Laid to Rest): se un tecnico degli effetti speciali - nel caso specifico Chris Nash (nel 2020 all'opera, in tale veste, sull'inguardabile Psycho Goreman) - decide di passare dietro la macchina da presa (sorvolando per questioni di durata sul segmento Z is for Zygote, presente in The ABCs of Death 2), si può essere certi che gli occhi dello spettatore verranno sommersi da litri di sangue, mai versato in versione digitale. Il grande pregio di un'opera (sconvolgente, a dire il vero) come questa sta nell'applicazione magistrale del trucco prostetico, in grado di far davvero accapponare la pelle (non si dimenticano facilmente le tragiche dipartite dei protagonisti, su tutti quella del ranger sottoposto a una delle più sadiche morti mai filmate). Se si tratta di sangue, e qui si tratta eccome di sangue, budelle e affini, lo slasher diventa essenziale e Nash ha l'idea di proporre una versione di Jason Voorhees in tono ultrasplatter, tanto che dimenticato il mediocre remake di Marcus Nispel, questo lo si può considerare a tutti gli effetti il più riuscito, pur se non ufficiale. John (assonanza evidente con Jason) si muove lentamente, è un ritardato (ma avvantaggiato dal fatto che le sue vittime lo sono più di lui, date le illogiche e stupide reazioni che compiono), maneggia con cura accette, uncini e armi da taglio; ha un volto sfregiato e terribile, per cui alla prima occasione indossa una maschera (qui si appropria, da vedere come, di quella antica esposta in un museo locale, tipica dei vigili del fuoco). A Nash poco importa il sottotesto ambientalista (il disboscamento e/o la caccia di frodo) appena appena abbozzato, quanto sembra invece interessato a mettere in rilievo gli effetti di una forza mostruosa, (sopran)naturale e selvaggia (l'intero film è girato nel verde, tra boschi, campi e laghi) che tutto devasta al suo lento, ma implacabile, passaggio. La sceneggiatura, sempre opera del regista, al netto di caratteri inesistenti e comportamenti ingenui, distratti, quasi catatonici delle vittime, presenta notevoli punti di interesse a cominciare dalla scelta di lasciare fuori portata la colonna sonora (del tutto assente, sostituita da realistici effetti d'ambiente tipo versi di insetti, effetti delle armi sui corpi e rumori di rami sbattuti dal vento), proseguendo poi con l'opzione del punto di vista della m.d.p. che segue (in terza persona, similmente a un videogioco) il mostruoso revenant sanguinario. Con insistenti piano sequenza molto ben girati, movimenti di camera che partono dal campo lungo per poi arrivare con grazia e mirata precisione in alcuni casi al primo piano (geniale l'incontro della "final girl" con un'automobilista di passaggio) e soggettive POV del killer, In a Violent Nature mantiene altissimo il ritmo dell'azione e altrettanto il livello di tensione, facendosi seguire senza permettere allo spettatore di distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo. Questo, in ultima sintesi, è il Venerdì 13 più violento e angosciante mai girato (da solo vale l'intero ciclo), collocato intelligentemente al passato con strategia subliminale (girandolo in versione 1.33:1 e privando i protagonisti di accessori moderni, tipo il cellulare). È inoltre uno di quegli horror che in virtù di una messa in scena senza dubbio originale e impeccabile, una volta visto, difficilmente si dimentica.

 

Ry Barrett

In A Violent Nature (2024): Ry Barrett

 

Curiosità

(Dall'imdb)

 

In a Violent Nature è frutto di una produzione piuttosto tribolata, iniziata nel periodo Covid (2020). A detta dello stesso regista: "Direi che abbiamo rigirato il 70% del film. Quel numero varia a seconda del mio umore, ma è intorno al 70%. Abbiamo fatto quattro settimane di riprese in una location completamente diversa con un attore protagonista differente che ha lasciato il set per un problema medico, dopo una settimana e mezza di produzione. Quindi abbiamo dovuto sostituire il nostro attore principale (il mostro). (...) Questo è stato solo uno dei motivi per cui abbiamo ritenuto necessario riprendere la produzione e ricominciare completamente. Un'altra ragione, forse più egoistica, è che avevo sempre immaginato di girare nel nord dell'Ontario, sfruttando la natura selvaggia della zona. È da lì che vengo, e dove abbiamo girando inizialmente non era la stessa ambientazione. Gli alberi non sembravano gli stessi. Tutto sembrava diverso, troppo inquietante per quello che volevo. Avendo l'opportunità di rigirare, ero irremovibile con i miei soci produttori sul fatto che mi sarebbe piaciuto tornare nella mia città natale.

 

A dimostrazione di quanto Chris Nash fosse evidentemente ispirato da Jason, basterà ricordare che l'autista che offre un passaggio alla final girl è interpretata da Lauren-Marie Taylor, già Vickie in Venerdì 13 parte 2 - L'assassino ti siede accanto (Steve Miner, 1981).

 

Ry Barrett

In A Violent Nature (2024): Ry Barrett

 

"L'antichità non ci ha trasmesso che sangue. Quelle prime società presso cui la guerra era condizione abituale, che avevano turbe di schiavi considerati come cose, e tenevano l'immolazione degli esseri viventi come il miglior mezzo di placare e supplicare la divinità, non potevano nei loro più celebrati eroismi gran fatto scostarsi dalla barbarie."

(Giuseppe Arnaud)

 

Trailer 

 

F.P. 05/07/2024 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 93'52") / Date del rilascio: USA e Canada (limited): 31/05/2024; USA (streaming): 28/06/2024; Russia: 04/07/2024; Regno Unito e Irlanda: 12/07/2024; Spagna: 19/07/2024; Australia: 01/08/2024

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