Regia di Aaron Schimberg vedi scheda film
Parte tutto sommato bene "A different man" ma finisce per complicarsi troppo la vita con una sostanziale ambivalenza tra farsa e dramma che non convince del tutto
Parte come una sorta di "The Elephant man" dai toni meno cupi, ma si trasforma presto in un film ambivalente, che oscilla più volte tra dramma e commedia senza una precisa direzionalità. Il protagonista, affetto da una deformazione al volto che sparirà dopo una miracolosa cura, vive con ambivalenza la sua condizione: da un lato vorrebbe avere un aspetto più normale ma dall'altro si sente quasi protetto da una condizione che non lo espone a troppi shock emotivi (almeno fino a quando non si troverà una nuova vicina di casa decisamente intraprendente..). Quando poi guarirà, trovando nel contempo sul suo percorso un altro uomo con la sua stessa malattia ma con un carattere più brillante, finirà quasi per rimpiangere la sua condizione precedente. Se la prima parte tutto sommato regge bene, nella seconda e soprattutto nel finale il tutto sembra sfilacciarsi fin troppo, con risvolti quasi tragico-demenziali (come nella scena con il fisioterapista) che non rendono pienamente giustizia a quanto si era fino ad allora visto. Un film che finisce così sostanzialmente per non essere nè carne nè pesce, e ovviamente lontano anni luce dal capolavoro di Lynch.
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