Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Il ladro e il professore. Due persone agli antipodi, senza nulla da dirsi, nulla da scambiarsi.
L’uno, rude e introverso, sguardo lucido, con un fondo di malinconia, look da moderno cowboy. L’altro, distinto e colto, parlantina sciolta, guizzo divertito negli occhi, abiti fuori moda.
Un incontro improbabile sulla carta, inaspettatamente intenso nella realtà cinematografica.
"L’uomo del treno" si presenta sotto le mentite spoglie di un film di genere, un "noir francese" o, come dicono Oltralpe, un "polar". Per offrire, invece, molto di più.
A cominciare dalla sceneggiatura di Claude Klotz, essenziale, brillante, con momenti di ironia fulminante, alla quale i due interpreti (Jean Rochefort e Johnny Halliday) si adattano con sensibilità straordinaria. E poi la luce blu della sera imminente, le note struggenti di una chitarra "scivolosa" (... e ti attraversa la mente l'immagine dell' insegna di un saloon percossa dal vento), il senso del rimpianto e la consapevolezza che ormai è tardi per cambiare le cose.
Con il passare del tempo, Patrice Leconte ("Ridicule", "La ragazza del ponte", "L’amore che non muore") ci sta abituando a film sempre più splendidi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta