Regia di Julie Taymor vedi scheda film
Questa biografia della pittrice messicana Frida Kahlo non è né migliore ne' peggiore rispetto alla media del genere "bio-pic". La regista Julie Taymor mantiene un certo estro visivo, memore del suo esordio con l'adattamento dello shakespeariano "Titus", fra l'altro ricorrendo ad alcune animazioni realizzate dai fratelli Quay che risultano generalmente appropriate, piccole iniezioni di surrealismo in una materia narrativa che, per il resto, non si discosta molto da quello che ci si aspetta da una pellicola del genere, comprese certe insistenze melodrammatiche e un'abbondante dose di aneddoti, non tutti interessanti. I costumi e le scenografie sono sfavillanti, la colonna sonora ha vinto un premio Oscar insieme al trucco, quindi si può dire che la confezione è curata. Frida è raccontata come una donna volitiva che si innamora di un uomo inaffidabile come Diego Rivera, e nel descrivere il tormentato rapporto fra i due il film trova i suoi accenti migliori; purtroppo non mancano momenti quasi macchiettistici (l'apparizione di Banderas come Siqueiros), e anche la relazione di Frida con Trotsky è descritta in maniera superficiale e approssimativa, ma sono difetti quasi inevitabili in questo genere di operazioni. All'attivo del film metterei l'interpretazione di Salma Hayek, molto somigliante al prototipo, di cui restituisce in maniera credibile la dolorosa femminilità, insieme ad un Alfred Molina gigione ma non troppo; i caratteristi fanno tappezzeria, ma almeno Ashley Judd come Tina Modotti lascia il segno. Qualche momento di ridicolo involontario c'è, ma il film ha comunque una sua coerenza interna che non giustifica certe stroncature feroci che si sono lette in giro.
Voto 6/10
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