Regia di Julie Taymor vedi scheda film
Sicuramente non lascia indifferenti ed altrettanto certo, per me, che le due stelline assegnate sono veramente ingenerose, anche considerando che a volte i dialoghi non sono molto convincenti.
Particolarmente efficace, invece, nei passaggi quadro/realtà o realtà/quadro, quando i colori fermi sulla tela prendono anima e diventano la scena del film.
I quadri.
Strani, diversi, innovativi, crudi e spiazzanti. Crudeli, anche, come sa essere crudele la vita o chi ha scelto di amarti.
E dolci, e teneri, nonostante la ruvidezza delle immagini che riportano esattamente ciò che si forma nella sua mente.
Per chi non conosceva l'artista (io) anche un bel viaggio nelle sue opere, tantissimi autoritratti.
Un po' per cause di forza maggiore, visti i lunghi periodi di immobilità, distesa sul letto, con solo sè stessa, un cavalletto costruito ad oc ed un gioco di specchi per vedersi e ritrarsi, in modo fin troppo realistico.
Una vita accompagnata dalla continua sofferenza, dai numerosi interventi chirurgici.
Il film inizia (e termina) con l'artista che viene trasportata, comprensiva di letto, alla sua prima mostra nel suo paese.
Da subito colpisce per le sopraciglia a rondinella...in seguito è bella, grintosa, con un carattere determinato, che riesce a mantenere nonostante le continue sofferenze.
E, dopo la sofferenza, e dopo i quadri l'altro aspetto è quel "Panzon", prima consigliere, poi amico e marito ed infine primo grande traditore.
Ed infine, il fuoco DIPINTO e quello VERO, assieme, si portano via, e "che sia una volta per tutte", il letto con sopra Frida ed il letto con lo scheletrino.
Così se ne va la grande artista.
Insomma, il film scorre strano in una storia strana (ma vera) soprattutto se riferita agli anni in cui è stata vissuta.
E non indifferente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta