Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Ripley (Malkovich) è un ricchissimo commerciante d'arte che abita con la sua compagna concertista (Caselli) in una magnifica villa palladiana in Veneto. Per i suoi traffici non rinuncia alle maniere forti, per esempio eliminando fisicamente la concorrenza. È quanto gli occorre di fare a causa delle pressioni di un suo creditore (più morale che finanziario), al quale suggerisce di reclutare come sicario un tranquillo corniciaio del posto colpito da leucemia fulminante (Scott), che potrebbe proprio per questo essere interessato all'ingente cifra che gli viene offerta come compenso. Il guaio è che l'operazione ha delle conseguenze e scatena una rappresaglia che costringerà il timido corniciaio a brandire altre volte la pistola, fino al tragico sottofinale. La Cavani riprende il libro di Patricia Highsmith, già portato al cinema da Wim Wenders col titolo L'amico americano, e lo trasferisce in Italia. A differenza del Ripley di Wenders, qui Malkovich è esageratamente mefistofelico e colpisce, nel film, l'algido distacco con cui il protagonista vive le sue efferatezze, per poi rinchiudersi nella torre d'avorio di una villa sontuosa che gli dà un'apparenza di normalità e rispettabilità. Inutile, posticcio e forzato il personaggio di Chiara Caselli.
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