Regia di Bernardo Bertolucci, Claire Denis, Mike Figgis, Jean-Luc Godard, Jiri Menzel, Michael Radford, Volker Schlöndorff, István Szabó vedi scheda film
Gemello dell'analogo lavoro sottotitolato 'The trumpet', che vedeva impegnati altri nomi celebri, questo 'The cello' è una raccolta di otto episodi di famosi registi mondiali, tutti sul tema dei 'dieci minuti'. Un breve lasso di tempo che può cambiare la vita, come per Szabo, che può ampliare le nostre conoscenze (Denis), può essere vissuto contemporaneamente da prospettive molto dissimili (Figgis), può bastare per racchiudere in rapida carrellata i momenti più significativi di un'esistenza (Menzel). Le varie parti di cui si compone la pellicola sono logicamente molto differenti, qualcuna funziona meglio e qualcuna peggio; nel complesso la struttura sembra più pericolante (troppo eterogenea e fumosa) rispetto a quella di 'The trumpet', sebbene la brevità dei singoli lavori di cui l'opera si compone aiuti comunque la visione, non lasciando neppure il tempo di annoiarsi (cosa abbastanza facile, ad esempio, per l'episodio di Schlondorff o per quello di Godard). Fra tutti colpiscono senz'altro la circolarità della storia indianeggiante di Bertolucci e soprattutto la commovente (e geniale) parabola per sole immagini e piano che Menzel dedica con immenso rispetto ed affetto all'attore Rudolf Hrusinsky, utilizzato come emblema dell'essere umano. 6/10.
Bertolucci: un indiano si forma una famiglia in Italia, il tempo passa e tutto torna come era all'inizio; Figgis: quattro punti di vista differenti della stessa storia, in split screen; Menzel: un vecchio attore ricorda il glorioso passato; Szabo: la moglie prepara la cenetta a sorpresa per l'anniversario di nozze, il marito rientra ubriaco ed iroso, e sviene (o forse muore); Denis: in treno il filosofo Jean Luc Nancy parla con una ragazza a proposito dell'accettazione della diversità; Schlondorff: una mosca si aggira, filosofando, attorno ad un picnic; Radford: un astronauta torna sulla Terra dopo tanti anni e ritrova il figlio, ormai molto vecchio di lui; Godard: autocelebrativa raccolta di spezzoni da suoi vecchi film.
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