Regia di Godfrey Reggio vedi scheda film
L'episodio conclusivo della cosiddetta trilogia dei qatsi è diviso a sua volta in tre capitoli; una scelta che, visto il guazzabuglio di immagini di cui è composto il film, appare alquanto arbitraria. Nerissimo e iettatorio il film spara a zero sull'uomo (moderno?), violento, sempre più dipendente dalle macchine dalle quali in fondo non differisce granché, in preda a folli e autodistruttivi sogni di gloria (la conquista dello spazio). Usando a piene mani il rallentatore Reggio mette l'accento sulla componente biomeccanica del corpo umano, facendoci somigliare a tanti pupazzi a molla, capaci però di fare cose orrende. L'uso abusato ma suggestivo della solarizzazione abbinato alla consueta musica ipnotica di P. Glass ci valgono, specie nella prima parte, qualche immagine suggestiva e inedita, ma per il resto il film è piuttoto fumoso, sciocco, pieno di brutte animazioni al computer e alla lunga noioso.
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