Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Gli intenti di Paolo Virzì sono inequivocabili fin dai titoli di testa, una ripresa notturna dall’alto di New York con musiche che omaggiano il Piero Piccioni musicista arioso e roboante dei film di Alberto Sordi. Un vecchio classico della nostra commedia: l’italiano (medio) all’estero, aggiornato e corretto dal regista livornese agli anni zero e con un ventenne come protagonista. Virzì è andato sul sicuro dirigendo un esordiente (Corrado Fortuna) e narrando le sue vicissitudini come un romanzo di formazione, stavolta però ha abbandonato la natìa Toscana per una Sicilia calda e germiana e l’America con tutte le sue contraddizioni. Tanino è un bel giovanotto siciliano imbranato, dallo sguardo stupito e un po’ ingenuo (apparentato con il Piero di OVOSODO e la Caterina di CATERINA VA IN CITTA’), frequenta Giuseppe un amico politicizzato e pedante (al quale si rivolge nell’e-mail iniziale che scrive da New York), il padre è morto ammazzato quand’era piccolo, la madre fa la parrucchiera e lui aspira a diventare un regista anzi un filmaker come il suo idolo Chinasky. In Sicilia si innamora di Sally, una bella ragazza americana in vacanza, terminata l’estate i due si lasciano e Tanino parte per Roma a studiare cinema, ma i suoi studi sono perturbati dai caotici coinquilini pugliesi. Durante un esilarante e sconclusionato esame all’università sviene, nei momenti di difficoltà Tanino sfodera sempre questa singolare arma di difesa, a questo punto parte per Seaport, una cittadina immaginaria del New England negli States per riportare a Sally la videocamera dimenticata durante il soggiorno siciliano. Qui viene accolto dai suoi parenti italoamericani grassi, folcloristici e in odore di mafia, ma li molla subito per introdursi nella casa e nella famiglia di Sally sconvolgendone la loro apparente tranquillità. In seguito ricasca tra le braccia degli invadenti zii, durante i festeggiamenti per la rielezione del sindaco locale viene agganciato da Angelina, la figlia obesa del primo cittadino e per Tanino si prospetta un “radioso avvenire”. Ma il nostro eroe è un’anima inquieta, fugge da tutti e arriva per caso a N.Y. dove incontra persino il mito Chinasky, squattrinato, malandato e dal cuore d’oro. Ma la vendetta di Angelina è dietro l’angolo e per il povero Tanino sarà l’interruzione del sogno americano. Virzì coadiuvato dal fido Francesco Bruni e da Francesco Piccolo sguazza nella commedia come pochi altri in Italia, gioca con i luoghi comuni siculo-americani, smonta il mito americano con ironia e leggerezza, si diverte a citare e a intersecare tra loro la letteratura americana di Kerouac e Bukovski, il cinema underground e quello hollywoodiano, nei riuscitissimi voli onirici di Tanino omaggia Fellini e IL GRANDE LEBOWSKY. Citazioni colte non scopiazzature, la sua cifra non ne viene mai snaturata semmai arricchita e rinforzata dalla sua consueta energia, chiaramente visibile nella recitazione spontanea e autentica di Fortuna e di tutti gli altri interpreti italiani e americani. Cameo dello scrittore e sceneggiatore Domenico Starnone (LA SCUOLA, DEL PERDUTO AMORE) nei panni del professore universitario.
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