Regia di Maurizio Lucidi vedi scheda film
Renato Pozzetto-Agostina Belli-Aldo Maccione: intorno a questo triangolo - simpatico e ben assortito - nasce e si sviluppa la modesta storia di Due cuori, una cappella. La sceneggiatura di Nicola Badalucco - autore principalmente di lavori drammatici, anche per Visconti, e polizieschi, ma non solo - ha tutte le carte in regola dal punto di vista del ritmo, dei cambi di registro (è una commedia con elementi gialli, vezzi erotici, cenni di dramma sociale) e delle interazioni fra personaggi; ma in sostanza la trama è di una banalità che vanifica tutti gli sforzi di scrittura. Pozzetto, alle prime armi ma già richiestissimo, interpreta un suo personaggio tipico: il giovanotto solo ed ingenuo che si fa trascinare dagli eventi finchè qualcosa lo sconvolge al punto da dover esclamare 'E la madonna!' (accade tre volte nella pellicola); la Belli è la solita ragazza piacente e traditrice; Maccione è il cattivo dai riflessi comici che conosciamo bene: tutto ristagna nel già visto. Impegnati in piccoli ruoli ci sono anche Leopoldo Trieste (custode del cimitero), Massimo Boldi (prete) ed Ursula Andress (sè stessa, nella scena finale). 3,5/10.
Aristide, rimasto vedovo e con una cospicua eredità, incontra la bella Claudia e se la mette in casa; ma presto arriva anche il marito di lei, ex galeotto con intenzioni (delinquenziali) di riscatto. Aristide si ritrova così a dover partecipare al rapimento di una bambina...
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