Regia di William Wyler vedi scheda film
Ai primi del ’900, una dinastia di possidenti composta da due fratelli e una sorella conta di moltiplicare i suoi guadagni impiantando un cotonificio insieme a un industriale di Chicago, attirato dal basso costo della manodopera locale: bisogna solo convincere il marito di lei, gravemente malato di cuore ma deciso a opporsi ai maneggi del terzetto. Melodrammone sudista prodotto sulla scia di Via col vento, di cui però rovescia l’ottica mostrando come l’alleanza fra gli ex nemici della guerra di secessione ha dato origine al capitalismo americano. Bette Davis troneggia nel ruolo della perfida matriarca, e tutti si fanno a pezzi con i dialoghi acuminati di Lillian Hellman (ma ha collaborato anche Dorothy Parker). Sullo sfondo c’è la bella storia dell’emancipazione di Teresa Wright (esordiente e subito candidata all’Oscar), che si distacca progressivamente dal suo mondo di appartenenza, rifiuta il matrimonio combinato con il cugino per non fare la fine della zia e se ne va con il giornalista che l’ha aiutata ad aprire gli occhi (“Prima si fa un passo, poi se ne fa un altro, e dopo un po’ ci si accorge che si cammina da soli”). Il titolo deriva da Cantico dei cantici 2, 15 “Catturateci le volpi, le piccole volpi che ci devastano le vigne proprio ora che sono fiorite”, citato dalla didascalia iniziale e da Herbert Marshall in una scena.
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