Regia di William Wyler vedi scheda film
Tematicamente sfuma e precisa il precedente La figlia del vento e si oppone a Via col vento: il sud appare sempre più feroce nel cinismo arrogante e ambizioso senza scrupoli di possidenti che si danno toni nobiliari, con pretese di imitazione della nobiltà europea (già derisa in Infedeltà), e nel disprezzo del nord pratico e lavoratore e democratico; ma ora presenta anche l'interesse degli industriali del nord a venire al sud come interessata allo sfrutamento di manodopera affamata e disposta a salari da fame, mentre anche qui, come nel precedente, ci sono anche al sud persone esemplari; se nel precedente emigravano al nord e lo prendevano ad esempio, qui Horace rifiuta di collaborare con l'interessato industriale del nord con cui invece vogliono collaborare le piccole volpi del titolo, avidi possidenti senza scrupoli.
Julie, la Jezebel demoniaca del film precedente, era descritta dal fedele schiavo come una principesssa che è cresciuta e diventata regina; in questo la protagonista, molto più cinica, si chiama Regina, e forse in questo si vuole confermare che anche nel finale di quello la scelta sacrificale di Julie aveva lo stesso senso, di vittoria a tutti i costi, di perseveranza nella propria ambiziosa sete di potere capriccioso; ma qui proposta anche visivamente in tutto il suo cinismo, nella impassibilità nel provocare la morte del marito per non dargli il tempo di modificare il testamento.
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