Regia di Larry Clark, Ed Lachman vedi scheda film
KEN PARK e' uno di quei film che non passa di certo inosservato, pronto a dividere sia pubblico che critica, chi grida allo "scomodo" capolavoro, chi lo bolla come inutilmente provocatorio e pornografico. Al suo quarto lungometraggio per il cinema, il fotografo-regista Larry Clark coinvolge nella direzione anche Ed Lachman, anch'egli fotografo. La pellicola sembra riallacciarsi a quel KIDS diretto da Clark nel 1995 che segnava il suo esordio alla regia. L'azione viene spostata dalla metropoli americana alla sonnacchiosa e tranquilla provincia californiana, dove il regista ci narra nuovamente una storia di inquietudine e insofferenza giovanile. Clark sferra un attacco, a mio modo di vedere fasullo e premeditato, contro una borghesia ipocrita e finto-perbenista, responsabile del disagio di questi adolescenti privati di quell'amore e di quell'affetto indispensabili per la loro esistenza, scadendo in morbosita' e fantasie voyuevoristiche (le sue probabilmente) di bassa lega, recitazione mediocre, personaggi macchiettistici (il padre bigotto, il ragazzo sadomasochista e assassino, il padre alcolizzato e gay latente) e dialoghi insulsi degni di un pornofilm, come quando il giovane Shawn dopo aver fatto orgasmare l'attraente mamma della sua fidanzatina, una specie di Barby-Bo Derek con tanto di tette finte, gli chiede se ce l'ha piu' grosso lui o suo marito. Tutto quello che di buono poteva esserci in KIDS, qui viene completamente vanificato, con un unico momento di lucidita': quello del confronto fra i quattro giovani amici mentre fumano dalla bottiglia. C'e' il rischio, come ha sostenuto anche l'utente easyboy82 nella sua recensione, di passare per moralisti o bacchettoni se non si apprezza un film del genere. A me l'ultima cosa che mi puo' scandalizzare nella vita e' vedere in un film una vagina o anche un membro maschile in erezione che eiacula, ma per questo ci sono i film hard, probabilmente piu' coerenti e forse anche piu' divertenti e meno noiosi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta